Zelensky

Zelensky si appella all’Onu

Il presidente ucraino Zelensky si è appellato al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite raccolto a New York. Durante l’intervento, avvenuto tramite video collegamento, Zelensky ha incentrato il discorso soprattutto sulla strage di civili a Bucha. Parlando come sempre in maniera schietta, ha sottolineato la mancanza dell’Onu nel loro territorio: “Dov’è il Consiglio di sicurezza dell’Onu? Dov’è la pace? Dove sono le garanzie che le Nazioni Unite devono dare? Bisogna che ogni aggressore venga fermato per arrivare alla pace”.

Tra i vari dettagli, Zelensky ha evidenziato che considera un “Genocidio” quello che i russi avrebbero commesso a Bucha. Il presidente ucraino sostiene che i Russi abbiano eliminato famiglie intere tentando di bruciarle. Tra fucilazioni in strada e all’interno delle abitazioni, non sarebbero mancati stupri e violenze di ogni genere. Proprio per questo considera i Russi come: “Colonialisti nei tempi antichi”, da fermare e punire affrontando un tribunale: “Probabilmente lo stesso di Norimberga”.

Il presidente ucraino ha proposto un modo per riorganizzare il sistema dell’Onu: “Propongo di tenere una conferenza a Kiev e discutere come riformare il sistema di sicurezza nel mondo, come rafforzare il diritto internazionale. Alla conferenza parleremo di come garantire i confini e l’inviolabilità degli stati, di come rafforzare il diritto internazionale”. Secondo Zelensky ci sarebbero due modi per agire in questa situazione. Il primo riguarda l’annichilimento della Russia per poter ristabilire la pace, il secondo modo sarebbe quello di eliminare il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, nel caso non esistessero altre opzioni.

Durante la stessa conferenza non è mancata la risposta dei russi con l’ambasciatore Vasily Nebenzya. Ha parlato di: “Accuse infondate e non confermate da testimoni oculari”. Ha aggiunto che i russi hanno dato una mano nella creazione di corridoi umanitari per evacuare i civili ucraini in Russia, sottolineando che: “Lo hanno chiesto volontariamente, senza coercizione o rapimento, come insinuano i colleghi occidentali”.