youthquake

“Youthquake”, il fenomeno che trasforma l’Africa

 

Lo “Youthquake”, il terremoto giovanile, è il fenomeno più sorprendente che  trasforma l’Africa.

I dati relativi allo sviluppo della popolazione africana sono inequivocabili

Secondo i dati desumibili dal World Population Prospect dell’Onu, la popolazione dell’intero continente africano conterà 1,7 miliardi nel 2030 e raddoppierà a 2,5 miliardi nel 2050. Secondo questo ritmo, nel 2100 la popolazione africana raggiungerà i 4,4 miliardi, oltra la metà dell’attuale popolazione mondiale.

Lo “youthquake” africano, già in essere da qualche anno, continua quindi a un ritmo sostenuto, alimentando la popolazione più giovane e in più rapida crescita sulla terra. Infatti, l’età media nel continente africano è di soli 19 anni. Nel resto del mondo i valori sono notevolmente superiori. In India, il paese più popoloso del mondo, l’età media è di 28 anni, mentre in Cina e negli Stati Uniti è di 38 anni. Questa crescita della popolazione africana si sviluppa secondo due direttrici distinte:

  • Nei Paesi in rapida crescita dell’Africa occidentale, centrale e orientale, l’età media è inferiore;
  • Mentre la crescita nei Paesi dell’Africa meridionale e settentrionale, la cui fertilità è per lo più compresa tra i 2 e i 4 figli per donna, risulta inferiore.

Comunque sia, ciò che vale la pena di sottolineare è che entro il 2050, un terzo dei giovani del mondo (quelli di età compresa tra i 15 e i 24 anni) vivrà nel continente africano. Inoltre, questa quota continuerà ad espandersi fino alla fine del secolo. Entro il 2100, la metà dei minori di 18 anni nel mondo sarà africana e costituirà la più grande forza lavoro del pianeta.

 Le conseguenze dello “youthquake

Le implicazioni di questo “terremoto giovanile”, come alcuni lo chiamano, sono immense ma incerte, e probabilmente varieranno notevolmente in tutta l’Africa. Infatti, si deve tener presente che siamo di fronte a un continente caratterizzato da miriadi di culture, che comprende 54 nazioni e che copre un’area più grande della Cina, dell’Europa, dell’India e degli Stati Uniti messi insieme.

Per quanto i commenti rispetto a questo fenomeno siano molteplici, contradditori e spesso catastrofici, i primi ineludibili segnali del mutamento si sono già verificati. Basta dare uno sguardo alla crescita delle megalopoli africane, il cui tasso di sviluppo sta trasformando l’Africa nel continente a più rapida urbanizzazione della terra.

L’analisi del fenomeno è troppo complessa per esaurirsi in questo spazio ridotto. Tuttavia, possiamo affermare che su una cosa sia gli ottimisti che i pessimisti sembrano essere d’accordo: la popolazione africana sta crescendo troppo velocemente.