Trasporti e “E-mobility”: cos’è e qual è la situazione europea

Quando si parla di trasporti non si può non considerare il tema attuale dell’inquinamento ambientale e al bisogno di abbassare le emissioni sia nel trasporto su gomma, sia in quello aereo.

I nuovi velivoli viaggiano con carburanti ecologici che forniscono prestazioni migliori, abbassando allo stesso tempo i consumi e l’inquinamento.

Diverso e più articolato il discorso della mobilità tradizionale che sta puntando con decisione sulla e-mobility: la mobilità elettrica. Lo sviluppo però risente delle differenti politiche generali dei Paesi e della reale comprensione delle persone del problema dell’inquinamento.

Per questo motivo, alcuni Paesi hanno dato una forte spinta ai mezzi di trasporto elettrici e alle infrastrutture ad essi collegate.

Le auto che funzionano in questa modalità viaggiano grazie all’energia proveniente da fonti rinnovabili. Se l’alimentazione è elettrica al 100% azzerano l’emissione di gas dannosi per l’ambiente, garantendo un beneficio anche per la nostra salute.

L’influenza della guerra sui trasporti

Il conflitto in Ucraina ha evidenziato la dipendenza petrolifera dell’Europa dalla Russia. Ciò si è tradotto, nei primi giorni di guerra, in un aumento del prezzo del carburante alla pompa che ha sfiorato i 2,5 euro al litro, prima dell’intervento del governo con il taglio delle accise.

La decisione di interrompere drasticamente i rapporti economici con la Russia e, quindi, anche l’importazione di petrolio, ha creato allarme fra le aziende del settore che hanno addirittura ipotizzato uno scenario drammatico: il razionamento del gasolio su larga scala a causa dell’impossibilità di trovare, a livello mondiale, fornitori alternativi alla Russia.

La Norvegia come esempio

Ad oggi, i Paesi che stanno maggiormente utilizzando la mobilità elettrica sono Norvegia, Svezia ed Islanda. Nell’annuale rapporto Electric Vehicle Outlook 2019si legge che per il 2025 è stato previsto il “superamento dei 10 milioni di veicoli elettrici venduti in tutto il mondo, per arrivare a 28 milioni nel 2030 e 56 milioni nel 2040, quando le auto elettriche rappresenteranno il 57% delle vendite”.

La Norvegia è leader del mercato dell’e-mobility. Il Paese è primo nella vendita di veicoli a zero emissioni. Nel 2020 numeri da record: il 54,3% dei nuovi veicoli immatricolati è elettrico.

In Norvegia i prezzi di vendita delle auto a benzina o diesel risentono di una tassazione maggiore che non viene applicata ai veicoli elettrici. Ciò spinge i potenziali acquirenti a scegliere auto ibride o elettriche.

Si tratta, tuttavia, di una politica economica che può sostenere soltanto un Paese come la Norvegia. Con un PIL molto alto, con stipendi più elevati rispetto alla media europea e, infine, con un fortissimo rispetto dell’ambiente e una innata coscienza ecologica che viene trasmessa già alle giovani generazioni.

Un altro vantaggio della Norvegia in tal senso, se rapportata alle altre nazioni dell’area Euro, deriva dal fatto che per la sua particolare orografia è in grado di ottenere gran parte del fabbisogno energetico nazionale dall’energia idroelettrica, il che va a ridurre ulteriormente i costi, ad esempio, delle ricariche per l’utenza automobilistica.

È possibile riprodurre il caso norvegese?

La situazione della Norvegia le ha permesso l’anno scorso di passare dal 60% di vendite di vetture elettriche all’86%, includendo anche i mezzi ibridi.

Impensabile, ad esempio, in Italia e nei Paesi confinanti, anche soltanto avvicinarsi a percentuali del genere. Innanzitutto, per le difficoltà e gli ostacoli burocratici legati all’installazione di nuove colonnine sul territorio. La tempistica è molto lunga, per la necessità di assolvere a un lunghissimo iter imposto dalle leggi dello Stato.

In secondo luogo, per la mancanza di un dialogo profondo fra i vari gestori che, nella pratica, si traduce in una forte difficoltà per “l’utenza elettrica” ad utilizzare colonnine di ricarica non del medesimo gruppo.

L’obiettivo della Norvegia di vendere il 100% di auto elettriche entro il 2025 sembra decisamente raggiungibile.

Il Paese ha deciso che i veicoli con motore a combustione non dovranno più essere venduti dopo il 2025, mentre molti Paesi stanno ancora solo parlando della possibilità di eliminare le auto a combustione tra il 2035 e il 2050.