In Italia quasi 9 mila persone, secondo una stima aggiornata ad aprile 2021, attendono di ricevere un trapianto di organo. Tra queste, solo un terzo ha un’età superiore a 60 anni.
Si tratta, quindi, di persone mediamente giovani che devono affrontare un percorso tortuoso, anche a causa di lunghe attese.
Il trapianto di organi in Italia
Il tema delle donazioni è, negli anni, divenuto più sensibile alla collettività. Il rapporto, però, tra domanda ed offerta risulta ancora nettamente sproporzionato. Inoltre, come per tutti gli altri interventi, le tempistiche sono aumentate ulteriormente a causa della pandemia.
Il direttore del Centro Nazionale Trapianti, Massimo Cardillo, ha affermato che l’attività di trapianto è ripresa a pieno ritmo nel 2021 grazie alla riorganizzazione delle terapie intensive, le quali – com’è noto – hanno raggiunto livelli di saturazione straordinari a causa del Covid-19.
Risulta necessario l’incremento del numero delle donazioni: chi si oppone al prelievo rappresenta ancora più del 30% della popolazione. Si stima che per ogni “NO” dichiarato in vita si perdono almeno 2.5 trapianti.
Il Ministero della salute ha individuato il 24 aprile per la Giornata Nazionale per la donazione di organi e tessuti, per il corrente anno 2022.
Come si diventa donatori?
La campagne di sensibilizzazione si pongono l’obiettivo di informare i cittadini sulle possibilità di esprimere il proprio consenso alla donazione di organi e tessuti post mortem.
Sul sito ufficiale del Centro Nazionale Trapianti è presente un’apposita sezione dedicata alle modalità a disposizione: presso gli uffici anagrafe, online se in possesso di SPID o della firma digitale, e così via.
Esprimere il proprio consenso alla donazione è una procedura regolamentata dalla legge. Essa individua le modalità idonee a garantire che il singolo abbia effettivamente espresso la propria volontà in questo senso.
Quando, invece, nessuna dichiarazione è stata resa in vita, la donazione è possibile solo se i familiari che ne hanno diritto (cioè, in ordine: coniuge non separato, convivente, figli maggiorenni e genitori), non si oppongono.
Primo xenotrapianto di cuore eseguito negli USA
Le sperimentazioni di trapianti di organi di origine animale hanno preso piede, proprio per cercare di superare la questione della disponibilità limitata.
A Baltimora, per esempio, è stato autorizzato il primo trapianto di cuore di maiale geneticamente modificato ad un uomo con malattia terminale.
Nonostante l’intervento sia regolarmente riuscito e non vi siano stati segni di rigetto, a distanza di due mesi David Bennet è morto. Al momento, però, non sono state ancora riportate le precise cause.
Sebbene, infatti, si abbiano a disposizione sempre più dati relativi ai casi di rigetto a breve termine dall’intervento, i dati a lungo termine sono ancora sconosciuti. Ciò rende gli xenotrapianti una procedura ancora in via di sperimentazione.
L’aumento del numero dei donatori, quindi, continua a rappresentare la soluzione più efficace a limitare la consistenza delle liste d’attesa.