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Tensione alle stelle tra Serbia e Kosovo: cosa sta succedendo?

Cosa sta succedendo attualmente

Dal pomeriggio di oggi, 31 Luglio, si è alzata di nuovo la tensione tra il Kosovo e la Serbia. Sono aumentate sensibilmente le tensioni a Mitrovica Nord, dove hanno iniziato a suonare le sirene di emergenza. Diversi cittadini si sono radunati in centro città per protestare contro la decisione del governo del Kosovo di dare il via alla reimmatricolazione dei veicoli e di non riconoscere la registrazione dei documenti rilasciati dalla Serbia. Questi provvedimenti intaccano una questione identitaria per la quale in passato sono state sacrificate innumerevoli vite.

In serata il presidente serbo Vucic ha dichiarato, in un discorso alla nazione, che la polizia del Kosovo ha intenzione di avviare un’operazione nel Nord del Paese ed inizierà a vietare l’ingresso ai cittadini con documenti rilasciati dalla Serbia. In seguito Vucic ha chiesto alle autorità kosovare di “tornare in sé” e ai serbi in Kosovo di evitare di cedere alle provocazioni. Allo stesso tempo ha però avvertito che se qualcuno osasse perseguitare o uccidere i serbi in Kosovo, la risposta sarebbe dura e immediata.

Una dichiarazione è stata rilasciata anche dal primo ministro del Kosovo, Kurti, il quale ha dichiarato: “Le prossime ore, giorni e settimane potrebbero essere impegnative e problematiche”

Da segnalare anche che si sono registrati spari vicino al checkpoint di Brnjak, in Kosovo. La missione NATO in Kosovo sta monitorando la situazione e raccogliendo informazioni. Nel Paese sono presenti 638 militari italiani, il numero maggiore di tutti i contingenti presenti.

Le origini del conflitto

I due paesi sono da anni in conflitto. Nel 1998/99 scoppiò la guerra del Kosovo che vide l’intervento di diverse forze internazionali in protezione della componente albanese della regione, presa di mira dal governo centrale di Belgrado. Questo conflitto permise di fermare la pulizia etnica. Le due parti, quella serbo kosovara e quella kosovaro albanese, tentarono di trovare una soluzione comune, con scarsi risultati. Il Kosovo fu posto sotto il protettorato internazionale UNMIK e NATO con un Governo e un parlamento provvisori.

Ufficialmente, secondo il diritto internazionale e l’ONU, in Kosovo vige ancora la Risoluzione numero 1244 che definisce il territorio kosovaro sotto sovranità della Repubblica Federale Jugoslava, di cui la Serbia è Stato successore.

La Repubblica del Kosovo si è dichiarata indipendente nel 2008. Secondo il diritto internazionale il riconoscimento del nuovo Stato da parte degli altri paesi nonché l’instaurazione di rapporti diplomatici, non sono elementi necessari a far nascere un nuovo Stato. L’elemento fondamentale è la sovranità sul territorio in questione. Quindi si può dire che esista già uno Stato autonomo del Kosovo, nonostante questo non sia riconosciuto da tutti i paesi dell’ONU.

Il 9 settembre 2010 le Nazioni Unite approvarono una risoluzione preparata dalla Serbia e dall’Unione europea che ha aperto la strada ai negoziati tra Belgrado e Pristina. Il 19 aprile 2013 Belgrado e Kosovo firmarono un accordo, promosso dall’Unione Europea. In questo accordo la Serbia non riconosce l’indipendenza ma riconosce comunque l’autonomia del Kosovo; conferendo così indirettamente una qualche legittimità al governo kosovaro attuale.