tampon tax cos’è e perché è ora di abolirla

Tampon Tax: cos’è e perché è ora di abolirla

La Tampon Tax è un’imposta sul valore aggiunto, ovvero l’IVA, che viene applicata sui beni per l’igiene personale femminile, come gli assorbenti per il ciclo mestruale. In Italia corrisponde al 22%, IVA che viene applicati sui beni di lusso, i beni maggiormente tassati dal sistema fiscale italiano.

TAMPON TAX IN ITALIA

Infatti, in Italia l’IVA al 22% si applica ai beni considerati non necessari per il sostentamento della persona, appunto beni di lusso; un esempio è il computer. Gli assorbenti rientrano tra questi, come se una donna potesse decidere se avere o meno il ciclo mestruale.

Una ricerca dell’Università di Padova ha rilevato che in media una donna spende ogni anno circa 123,50 euro in assorbenti.

L’ingiustizia di questa tassazione, vista come una discriminazione fiscale di genere, ha smosso molti movimenti di attivisti che lottano per avere una riduzione ed un’equità sotto questo punto di vista.

La Camera dei Deputati nel 2019 aveva deciso di abbassare l’IVA al 5% solo su assorbenti biodegradabili e compostabili, sostenendo che l’uso dei normali assorbenti non deve essere incentivato per motivi ambientali in quanto per la maggior parte costituiti da plastiche e quindi difficilmente smaltibili.

Non si prende in considerazione che molte donne possono non essere informate adeguatamente sulle alternative, altre possono non sentirsi a loro agio con queste. Se già nella nostra società il tema mestruazioni è ancora un tabù, non si può pretendere che una donna non possa decidere cosa usare.

Si tratta della libertà di scegliere autonomamente ciò che riguarda il proprio corpo.

TAMPON TAX IN EUROPA

La situazione nel resto d’Europa è diversa dal nostro Paese. 

Le normative europee dal 2007 consentono agli stati membri di ridurre al minimo la tassa sui beni di prima necessità e la maggior parte dei paesi l’ha fatto: in Germania è attualmente al 7%, in Spagna, Grecia e Austria a circa 10%, in Francia al 5,5%, in Irlanda è allo 0%.

Un altro Paese in cui è stata abolita è l’Inghilterra, appena uscita dall’Europa. 

Anche a livello mondiale non mancano buoni esempi da seguire, come il Canada o diversi stati degli Stati Uniti d’America.

IL CICLO NON È UN LUSSO

Tornando in Italia, l’iniziativa “Il ciclo non è un lusso” ha attivato a livello locale diverse amministrazioni e alcune farmacie del territorio italiano hanno deciso di eliminare l’Iva per i propri clienti, applicando uno sconto sul bene comprato. 

Firenze è stata la prima città ad aderire all’iniziativa, a cui sono seguite altre città toscane. Iniziative simili sono state poi attuate a Modena e altre città dell’Emilia-Romagna, fino ad arrivare a Milano

Nel resto d’Italia sono state proposte altre mozioni: la Regione Lazio ha proposto una legge che prevede un bonus di 20 euro per l’acquisto di questi beni. Ma tutto questo non è sufficiente.

Non ci si vuole rendere conto che considerare bene di lusso ciò che è un bene di prima necessità è discriminante e va ad incidere negativamente su 2 milioni e 277 mila donne che per l’Istat, in Italia, vivono in condizioni di povertà.

Su Charge.org è aperta una petizione lanciata dall’associazione “Onde Rosa”, una piccola associazione formata da giovani ragazze e donne dai 14 ai 30 anni che si pone come obiettivo di lottare per il raggiungimento dell’uguaglianza dei generi. L’abbattimento di discriminazioni di genere passa anche per la struttura del sistema di tassazione.