Nel passaggio tra il primo e il secondo anno di pandemia, si sono verificate una serie di rivoluzioni che hanno cambiato gran parte della quotidianità delle persone, mutandone abitudini e modalità di intrattenimento, in particolare per la Generazione Z e i Millenials.
È la conseguenza naturale di un periodo in cui la socialità è venuta a mancare in cui, di conseguenza, ci si affidava alla compagnia dei social media, i quali lentamente prendevano sempre più piede nelle nostre case, togliendo il posto fisso ad uno dei media più storici e longevi in assoluto: la televisione.
Questo cambiamento mediatico, molto probabilmente, avrà degli effetti strutturali anche quando le cose torneranno alla normalità.
Questa faida tra mezzi di comunicazione è partita con l’iniziale avvento dello smartworking e delle lezioni online, che ha portato l’utente medio a passare gran parte della propria giornata sui social, sia durante le ore lavorative che durante quelle di svago.
Nonostante l’aumento esponenziale dello share nella televisione, gran parte delle attenzioni, anche dal punto di vista pubblicitario, sono state raccolte dalle piattaforme che garantiscono un intrattenimento più “giovanile”, come per esempio TikTok, Twitch, Instragram e Youtube.
A causa di un aumento esponenziale degli utenti e dei content creator che hanno deciso di diventare parte di queste nuove forme di intrattenimento, gli sviluppatori hanno dovuto adottare procedure di controllo e di aggiornamento continuo che hanno portato, solamente nei primi tre mesi di pandemia, ad un progresso digitale di circa tre anni.
Uno dei social che più ha dato filo da torcere alla televisione e che ha fatto propri diversi contenuti tipici della tv, è stata la piattaforma online Twitch. Nata nel 2011 come servizio monotematico della piattaforma streaming generalista Justin,tv, che ha rivoluzionato nel corso dei suoi 10 anni di vita il modo di distribuire e produrre video in quest’ultimo decennio.
Già da un paio di anni molte superpotenze mediatiche, come Netflix, avevano messo in guardia i propri azionisti sul fatto che Twitch potesse diventare uno dei loro più pericolosi competitor, soprattutto dopo l’acquisto da parte di Amazon avvenuta nel 2014.
I numeri shock arrivano in particolare dall’Italia che, soprattutto nella prima parte della pandemia del 2020, dove si è riscontrato un record assoluto sia di “ore guardate” sia di content creator. Questi ultimi hanno iniziato a proporre tematiche che all’interno di Twitch Italia non esistevano.
Un chiaro esempio del trasferimento da canali televisivi a questa nuova piattaforma è stato quello dello sport: diversi club internazionali come il Milan, l’Arsenal, il Barcellona o il Paris Saint-Germain, hanno preferito diminuire le loro programmazioni sui canali a loro dedicati per poter concentrarsi su un pubblico più ampio.
Questa è la conferma di quanto questo “fenomeno” si stia diffondendo verso diversi argomenti, che risultano completamente diversi da quelli di nascita di Twitch, ossia i videogiochi.
Molti content creator appartenenti a questo social sono convinti che il fenomeno televisivo piano piano verrà sostituito da una qualsiasi piattaforma online, soprattutto perché vengono forniti agli spettatori contenuti più freschi, giovanili, spontanei e adatti a tutte le età.