L’Italia è diventata il primo Paese occidentale a bloccare il chatbot avanzato ChatGPT. Il Garante della privacy ha affermato che sussistono problemi di gestione dei dati del modello che è stato creato dalla start-up statunitense OpenAI ed è supportato da Microsoft.
Il Garante ha dichiarato che vieterà e indagherà su OpenAI “con effetto immediato”.
Milioni di persone hanno utilizzato ChatGPT da quando è stato lanciato nel novembre 2022. Può rispondere alle domande utilizzando un linguaggio naturale, simile a quello umano e può anche imitare altri stili di scrittura, utilizzando Internet come database.
Microsoft ha speso miliardi di dollari su ChatGPT, integrandola con Bing a partire dal mese scorso. Ha anche affermato che incorporerà una versione della tecnologia nelle sue app di Office, tra cui Word, Excel, PowerPoint e Outlook.
Ci sono grandi preoccupazioni per i potenziali rischi dell’intelligenza artificiale (AI), compresa la sua minaccia per i posti di lavoro e la diffusione di disinformazione e pregiudizi. All’inizio di questa settimana figure chiave della tecnologia, tra cui Elon Musk, hanno chiesto la sospensione di questi tipi di sistemi di intelligenza artificiale per i timori che la corsa per svilupparli fosse fuori controllo.
Il Garante italiano ha affermato che non solo bloccherà il chatbot di OpenAI, ma indagherà anche se è conforme al regolamento generale sulla protezione dei dati, affermando che non vi sarebbe alcuna base giuridica per giustificare “la raccolta e l’archiviazione di massa di dati personali allo scopo di ‘addestrare’ gli algoritmi alla base del funzionamento della piattaforma”.
Ha anche affermato che non essendoci modo di verificare l’età degli utenti, l’app “espone i minori a risposte assolutamente inadeguate rispetto al loro grado di sviluppo e consapevolezza”.
L’autorità italiana per la protezione dei dati ha dichiarato che OpenAI ha 20 giorni di tempo per dire come affronterà le i rilievi mossigli, pena una multa di 20 milioni di euro o fino al 4% dei ricavi annuali.
Altrove, la commissione irlandese per la protezione dei dati – responsabile della difesa del diritto fondamentale degli individui nell’UE alla protezione dei propri dati personali – ha dichiarato che sta seguendo il regolatore italiano per comprendere le basi della loro azione e “si coordinerà con tutti Autorità UE per la protezione dei dati” in relazione al divieto.
L’Information Commissioner’s Office, il regolatore indipendente dei dati del Regno Unito, ha dichiarato che avrebbe “sostenuto” gli sviluppi nell’IA, ma che era anche pronto a “sfidare il mancato rispetto” delle leggi sulla protezione dei dati.
Il gruppo di difesa dei consumatori BEUC ha invitato le autorità dell’UE e nazionali, compresi i guardiani della protezione dei dati, a indagare su ChatGPT e chatbot simili, a seguito della presentazione di un reclamo negli Stati Uniti. Sebbene l’UE stia attualmente lavorando alla prima legislazione al mondo sull’IA, la preoccupazione del BEUC è che ci vorranno anni prima che la legge sull’IA possa entrare in vigore, lasciando i consumatori a rischio di danni da una tecnologia che non è sufficientemente regolamentata.
ChatGPT è già bloccato in diversi paesi, tra cui Cina, Iran, Corea del Nord e Russia.