Oggi non parlano le tendenze, gli eventi e l’estro creativo dei grandi designer. Ma parla chi, proprio per il lavoro svolto, spesso si dà per scontato non debba esprimersi: animato dal movimento ma al contempo immobile nel suo silenzio. Eppure, i modelli e le modelle che partecipano agli eventi della Settimana della Moda una voce ce l’hanno, e sanno testimoniare come il settore del fashion nasconda qualche insidia raramente esposta alla luce dei riflettori.
La parola a modelli e modelle
Oltre a qualche video sui social e le strade della città invase da fotografi e taxi, cosa sappiamo della Milano Fashion week? Abbiamo raccolto i punti di vista di chi nella moda lavora.
Esistono ancora canoni estetici rigidi / tradizionali?
“Esistono ancora canoni rigidi ma sono più differenziati. Diciamo che ci sono più possibilità di lavoro anche se non si è magrissimi e si può trovare il proprio spazio professionale in base alla propria fisicità, però è innegabile che sia davvero molta, forse troppa, l’attenzione sull’estetica e questo crea problemi ancora alla maggior parte delle modelle che molto spesso rischiano di avere diversi disturbi del comportamento alimentare“.
Lorenza, 24 anni, shooting model
Il mondo della moda sarà mai pienamente inclusivo?
“Non so se sarà mai privo di ipocrisia ma negli ultimi tempi si sono fatti grandi passi avanti per dare spazio a fisicità diverse, anche se non mi è mai capitato di lavorare con modelle con disabilità. Ma oggi ogni brand sceglie anche modelle curvy o con diverse fisicità per rappresentarne quante più possibili”.
Arianna, 27 anni, shooting model
Nel mondo della moda c’è sfruttamento o le retribuzioni sono giuste?
“Nel mondo della moda c’è molto sfruttamento, soprattutto nelle retribuzioni e nelle modalità di pagamento, anche se possono variare da agenzia ad agenzia. Un’agenzia prende il 30/40% della retribuzione di un modello, che non è poco”.
Federico, 26 anni, runway model
Quali sono i ritmi durante la settimana della moda?
“I ritmi sono molto impostati sia prima che dopo la fashion week. Alcune volte si hanno anche 10 casting al giorno e diventa faticoso spostarsi per andarci. È molto stressante ed è come se si perdesse un po’ la concezione del tempo e dello spazio.”
Arianna, 27 anni, shooting model
Gli altri prendono seriamente il tuo lavoro?
“Solitamente chi non è del campo non prende seriamente il mio lavoro e di base pensa che sia facile sia a livello fisico che a mentale. In realtà è molto faticoso, stanca davvero tanto, ed è impegnativo anche a livello mentale cercare di mantenere i ritmi alti che non dipendono da noi”.
Lorenza, 24 anni, runway model
In Italia c’è possibilità di carriera?
“In Italia c’è possibilità di carriera e di guadagno, ma è un lavoro molto incerto e non continuativo. È una carriera instabile che porta ad avere molto stress. Non è il mio lavoro della vita anche se lo faccio professionalmente e mi piace molto, ma non mi soddisfa a pieno a livello personale”.
Federico, 26 anni, runway model
La moda è un mondo superficiale o può veicolare messaggi?
“È un mondo superficiale perché basato sull’apparenza, ma questo non significa non possa trasmettere messaggi. Credo anzi che la moda sia una delle modalità di comunicazione più forte che esista. Siamo tutti influenzati dalle campagne che vediamo, e la moda può trasmettere messaggi ambientali, sociali, politici”.
Arianna, 27 anni, shooting model
La percezione diffusa sul ruolo dell’indossatore si ferma spesso alla semplice apparenza, ma non tiene conto delle problematiche di stress, dca frequenti e dell’instabilità economica cui sono sottoposti questi lavoratori e lavoratrici. E se a Milano questa occasione genera un indotto da 80 milioni, senza modelle e modelli niente di tutto questo sarebbe possibile.