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Samsung Electronics obiettivo emissioni zero entro il 2050

Samsung Electronics annuncia il proprio progetto di emissioni zero e concentra tutte le sue forze per unirsi agli impegni globali contro il cambiamento climatico. L’obiettivo consiste nel raggiungimento di zero emissioni di anidride carbonica in tutta l’azienda tramite l’utilizzo di risorse rinnovabili e investimenti in nuove tecnologie per sviluppare prodotti efficienti.

Gli impegni centrali di Samsung

Samsung si pone l’obiettivo delle zero emissioni di carbonio per le operazioni relative alla divisione Device experience (DX) entro il 2030 e per tutte le operazioni a livello globale, inclusa la divisione Device Solutions (DS), entro il 2050. Inoltre, il colosso industriale coreano partecipa al RE100, un’iniziativa globale per il raggiungimento del 100% di energia rinnovabile. Rientra all’interno dei piani anche la soddisfazione del fabbisogno di energia elettrica di tutti i mercati internazionali in cui opera, ovviamente con fonti alternative di energia.

Stati verso il net zero: emissioni dirette e indirette

Samsung, con il proposito di ridurre l’equivalente di 17 milioni di tonnellate di emissioni di biossido di carbonio, investirà nelle tecnologie innovative per impianti di trattamento in grado di ridurre le emissioni. Avendo aderito al RE100, l’azienda prevede di utilizzare energia rinnovabile per tutte le attività al di fuori della Corea del Sud e per la divisione DX entro cinque anni. L’obiettivo di abbinare l’utilizzo di energia elettrica alle energie rinnovabili è fissato nel 2022 per Asia sud-occidentale e il Vietnam, nel 2025 per l’America Centrale e Latina nel 2027 per il Sud-est asiatico e l’Africa. Nei paesi come Stati Uniti, Cina e gli stati europei, che hanno già integrato l’utilizzo di energia rinnovabile, Samsung Electronics prevede di espandere gli acquisti di fonti sostenibili.

Prodotti: basso consumo e circolarità delle risorse

Lo sviluppo dell’efficienza energetica dei propri prodotti offerti al mercato e, in particolare, lo scarso utilizzo di elettricità, permetterà di garantire che l’intero ciclo di vita del prodotto offerto sia più sostenibile, a partire dal rifornimento delle materie prime fino allo smaltimento e al riciclo finale.

Carbon Capture Research Institute: sperimentazioni verso il futuro

Al fine di sviluppare tecnologie per la cattura e lo stoccaggio del carbonio, così da ridurre le emissioni di anidride carbonica, Samsung Advanced Institute of Technology (SAIT) ha istituito il Carbon Capture Research Institute nel settembre 2021, primo esempio del genere nell’industria dei semi conduttori. Lo scopo è quello di creare e successivamente commercializzare tecnologie di raccolta e immagazzinamento del carbonio che consentano di conservare il materiale scaricato dai siti industriali di produzione di semi conduttori e di trasformarlo in una risorsa utile.

Queste tecnologie sviluppate dal CCRI saranno applicate alle filiere di produzione dei semiconduttori dopo il 2030 e, in un secondo momento, ad altri settori dell’azienda e ai suoi fornitori.

L’ostacolo del progetto: i modesti impegni green coreani

Il piano dell’azienda è stato elogiato da alcuni dei suoi investitori, tra cui il gestore di fondi pensione olandeseApg, il quale ha dichiarato che la società potrebbe dare un forte contributo alla innovazione della politica del mercato elettrico della Corea del Sud. Tuttavia, la politica green del colosso industriale coreano si scontra con quella posta in atto dal governo conservatore del presidente Yoon Suk Yeol che ha definito una politica energetica basata sulla promozione dell’elettricità generata dal nucleare. Allo stesso tempo, il governo Yoon ha indicato il suo disappunto nella riduzione della dipendenza coreana da carbone e gas, che generano al momento, circa il 65% dell’elettricità della Corea del Sud. Basandosi su queste affermazioni Samsung ha ammesso le evidenti difficoltà nel raggiungere l’obiettivo “energia 100% pulita” in corea entro il 2027.