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La Russia distrugge un satellite, pericolo per gli astronauti in orbita

Lunedì 15 novembre la Russia ha testato un‘arma antisatellite chiamata ASAT. L’obiettivo era quello di rimuovere un satellite di proprietà russa, ma il test ha rischiato di sfociare in tragedia. L’attività russa ha infatti messo in grave pericolo gli equipaggi della stazione orbitale cinese Tiangong e della ISS (Stazione Spaziale Internazionale). 

Dalle ricostruzioni fatte finora sembra che la Russia abbia deciso di effettuare il test in concomitanza con il passaggio di Kosmos-1408, un vecchio satellite da smaltire lanciato nel 1982. Il missile russo ha colpito e distrutto il satellite producendo una nube di migliaia di detriti. Questo va ad aumentare il problema legato ai rifiuti spaziali che da anni ormai è motivo di preoccupazioni per le attività spaziali di tutto il mondo. 

LA REAZIONE DEGLI USA

Il segretario di stato statunitense Anton J. Bilken ha definito il test russo “sconsiderato” e ha chiarito la situazione riguardante i rifiuti spaziali. Finora l’impatto ha causato circa 1500 frammenti di detriti rilevati dai radar americani a cui si aggiungono tutti i detriti che questi frammenti rilasceranno nei prossimi anni. Secondo alcuni studi fatti su eventi passati simili, le rimanenze di rifiuti spaziali rimarranno nell’orbita della Terra per decenni. È proprio la presenza di queste che mette in pericolo astronauti e operazioni spaziali in generale.

C’è da ringraziare la NASA se gli astronauti coinvolti hanno potuto mettersi al sicuro. Una volta rilevata l’attività russa le autorità hanno allertato gli equipaggi e indirizzati verso le capsule di trasporto Crew Dragon, scialuppe utili nel caso di fughe d’emergenza per tornare sulla Terra.

Gli astronauti della ISS si sono barricati per circa 2 ore all’interno delle capsule tra le 6 e le 10 del mattino (ora italiana). 

Al termine delle operazioni Roscosmos, l’agenzia spaziale russa, ha diffuso un messaggio in cui ha assicurato di aver eseguito il test in linea con le norme di sicurezza e che l’area delle attività non è stata interessata da alcun passaggio di detriti. I rilevatori americani prima e internazionali poi tuttavia dicono il contrario.