I progetti di riforestazione compaiono spesso tra le agende politiche dei candidati immersi nelle campagne elettorali, che al giorno d’oggi hanno lo scopo di intercettare anche le fasce di popolazione più interessate alle tematiche ambientali. Oltre che una strategia elettorale, la cura dell’ambiente che passa attraverso questa modalità rappresenta però anche una prerogativa mondiale nella lotta al cambiamento climatico.
L’immagazzinamento di CO2
Che la presenza di verde sia benefica per l’ambiente è un fatto noto e plausibilmente banale, ma spesso l’esistenza di piante in un ecosistema viene data per scontata. Oltre ad ospitare l’80% delle specie terrestri di animali e piante, le foreste rivestono infatti un ruolo fondamentale nella mitigazione del clima: esse sono in grado di assorbire un quarto dell’anidride carbonica emessa nell’atmosfera, grazie alla loro capacità di immagazzinare la molecola nel tronco e nel suolo. La CO2 rappresenta la fonte maggiore di gas serra che concorre al surriscaldamento globale, e al contempo il nutrimento per foglie e radici. Insomma, le foreste costituiscono un rimedio naturale a una problematica rilevante per il presente e il futuro dell’umanità.
Le foreste sono minacciate ogni anno dagli eventi naturali estremi quali siccità, alluvioni, incendi e diffusione di parassiti. Ad essi si somma l’attività umana, che opera attraverso un sistematico processo di deforestazione a vantaggio di profitti economici correlati a cementificazione e speculazione edilizia, che quindi subordinano la salvaguardia ambientale a un livello di irrilevanza.
L’evento
Come partecipare attivamente ad un’opera di riforestazione? Il 16 settembre 2023 si terrà la seconda edizione della “Foresta degli Innovatori” a Folgaria, in Trentino. La piantumazione sarà solo uno degli appuntamenti della giornata, che prevederà anche workshop, talk e sessioni di meditazione per connettersi alla natura nella quale l’evento sarà immerso. A conclusione dell’esperienza, si terrà una festa per celebrare i partecipanti e ringraziarli del prezioso contributo.
Il progetto VAIA
L’evento è organizzato da VAIA, una realtà imprenditoriale nata nel 2018 sulle ceneri della tempesta che nello stesso anno ha colpito le Dolomiti, abbattendo 42 milioni di alberi. L’idea alla base dell’iniziativa è quella di realizzare oggetti in legno a partire da ciò che il territorio offre, e al contempo partecipare attivamente alla riforestazione del territorio montano. Da allora VAIA ha contribuito a piantare 80mila alberi.
Pro e contro della riforestazione
L’ambiente montano negli anni ha subito un processo di spopolamento, dovuto alla concentrazione della popolazione nelle città, punto focale delle attività economiche e sociali del Paese. Tra le conseguenze di questo progressivo allontanamento dalla montagna possiamo individuare una disaffezione al luogo, da cui deriva una diminuzione della capacità di “prendersi cura” di un ambiente percepito come ostile. Alla perdita di tradizione, si associa anche un calo della manutenzione: spesso, in seguito alle alluvioni, il materiale boschivo residuale – conseguenza di incendi, siccità e attacchi parassitari – confluisce a valle, causando danni a infrastrutture e persone.
Risponde alle nostre domande in merito al progetto Federico Stefani, founder di VAIA.
In un contesto tanto complesso, qual è il valore della riforestazione?
Abbiamo l’idea che se vogliamo essere sostenibili dobbiamo piantare alberi sempre e comunque e che dobbiamo compensare le emissioni che produciamo. Questa visione secondo VAIA è limitante e fuorviante. La sostenibilità deve avere al centro le persone e la loro capacità di avere un impatto positivo verso gli altri e verso il pianeta, senza avere l’ossessione dell’impatto. Piantare alberi è parte della soluzione, ma non l’unica soluzione.
Quali aree specifiche vengono selezionate?
Le aree in cui VAIA interviene sono scelte dagli enti di gestione forestale. È solo la cooperazione tra pubblico e privato che ci ha permesso di piantumare circa 90.000 alberi in 3 anni finanziando le aree colpite dalla tempesta, ovvero in Trentino Alto Adige (nelle località di Panarotta, Baselga di Pine, Faida, Val di Fiemme, Altopiano del Lavazze), Lombardia (nella località di Brescia), Veneto (nelle località di Asiago, Livinalongo, Val di Zoldo) e Friuli Venezia Giulia (nella località di Claut).
Una volta piantate, da chi vengono poi gestite le piante?
La gestione forestale richiede tempo e dedizione, per questo motivo gli enti di gestione forestale locale sono i nostri partner. Gli alberi piantati sono di diverse specie autoctone e si monitora la loro crescita per i 5 anni successivi. A Folgaria, VAIA finanzierà per il secondo anno consecutivo la piantumazione di 1000 alberi: l’area è stata scelta con il Comune di Folgaria e la Forestale della Provincia Autonoma di Trento si occuperà della sua gestione.
In questo senso, la piantumazione è davvero necessaria?
Sappiamo che la natura non ha bisogno dell’uomo, e che invece l’uomo che ha bisogno della natura. Sappiamo inoltre che nelle aree colpite dalla tempesta la natura avrebbe fatto il suo corso, e che la riforestazione sarebbe avvenuta in modo naturale senza l’intervento dell’uomo. Ma in questo modo è possibile velocizzare ciò che la natura farebbe da sola, anticipando di un centinaio d’anni questo processo. Riforestare significa inoltre mettere in sicurezza i territori se pensiamo al fatto che gli alberi presenti sui versanti delle montagne proteggevano case e strade da eventuali valanghe.