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Ricchi sempre più ricchi: i dati del rapporto Oxfam

Viviamo in un periodo storico dove i ricchi sono sempre più ricchi mentre la maggioranza della popolazione mondiale vive sotto la soglia di povertà.

Queste disuguaglianze si sono accentuate con la Pandemia da Covid – 19, permettendo ai grandi ricchi di accumulare ingenti somme di denaro.

Il rapporto Oxfam: i grandi ricchi accumulano fortune

Nel mese di Gennaio Oxfam ha pubblicato un report dal nome “La pandemia della disuguaglianza ” dove emerge un quadro inquietante della situazione a livello planetario.

Il report è sorprendente perchè, se da un lato era facilmente preventivabile un aumento della ricchezza da parte dei potenti (come accade sempre durante i periodi di crisi), ciò che non era prevedibile è l’aumento vertiginoso delle persone che rischiano di finire sotto la soglia di povertà: quest’anno, un milione di persone ogni 33 ore potrebbe finire in condizione di povertà estrema, vale a dire 263 milioni.

La disuguaglianza sociale in numeri

Per spiegare meglio un quadro che appare catastrofico, ecco alcuni numeri:

  • Oggi, 2.668 miliardari – 573 in più rispetto al 2020 – possiedono una ricchezza netta pari a 12.700 miliardi di dollari, con un incremento pandemico, in termini reali, di 3.780 miliardi di dollari.
  • I 20 miliardari più ricchi del mondo hanno patrimoni che valgono più dell’intero PIL dell’Africa subsahariana.
  • Su scala globale, un lavoratore che si trova nel 50% degli occupati con retribuzioni più basse dovrebbe lavorare per 112 anni per guadagnare quello che un lavoratore nel top 1% guadagna in media in un solo anno.

Ricchi sì, ma con il braccino

Si potrebbe pensare che con l’aumento vertiginoso di ricchezza da parte di questi super ricchi sia corrisposto un aumento dei salari dei dipendenti delle loro aziende.

Niente di più falso. Non risultano infatti aumenti significativi negli stipendi degli impiegati di queste aziende che hanno letteralmente guadagnato una fortuna in termini economici.

Ricordando sempre che stiamo parlando di colossi dell’industria che spesso detengono un monopolio del settore, come ad esempio BP, Shell, Total Energies, Exxon e Chevron per il settore energia o Pfizer, BioNTech e Moderna per il settore farmaceutico.

Un sistema che non può funzionare

Un recente studio negli USA, fatto dall’institute for policy studies, ha fatto emergere come un CEO guadagni in media 670 volte in più di un suo dipendente.

Questo report si inserisce in un contesto molto difficile anche in Europa. Ultimamente si sta parlando parecchio dell’introduzione del salario minimo in Italia, altri paesi in Europa già lo applicano o vogliono aumentarlo.

Questo perché la forbice sociale si sta allargando sempre di più e sta diventando insostenibile.

Si dovrebbe riflettere su questo, su quanto questo sistema possa funzionare.

Ad un aumento della ricchezza da parte di questi colossi dovrebbe corrispondere un aumento dei salari, soprattutto in virtù dell’aumento del costo della vita.

Certo, la guerra tra Russia e Ucraina non aiuta, ma continuare su questa strada rischia di far esplodere una bomba sociale senza precedenti.