Nei mesi estivi sicuramente vi sarà capitato di vedere sui vari social, in particolare Instagram, post o storie che invitavano a firmare per il “referendum sull’eutanasia legale”. Di cosa si tratta?
L’organizzazione principale è l’associazione Luca Coscioni, promotrice dell’affermazione delle libertà civili e i diritti umani, come dimostrano le battaglie per le scelte di fine vita, la ricerca sugli embrioni, l’accesso alla procreazione medicalmente assistita, la legalizzazione dell’eutanasia, l’accesso ai cannabinoidi medici e il monitoraggio mondiale di leggi e politiche in materia di scienza e auto-determinazione. A questa associazione poi si sono aggiunti anche numerosi partiti e associazioni con obiettivi simili.
Cosa propongono e perché?
Questo gruppo corposo di attivisti, di cui l’esponente principale è il politico e tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni Marco Cappato, propone l’abrogazione parziale della norma penale (art. 579), che istituisce la detenzione per chiunque cagioni la morte di un uomo col consenso di quest’ultimo. L’eutanasia legale, ben diversa dal suicidio assistito, viene chiamata anche omicidio del consenziente, questo perché se, ad esempio, un soggetto è costretto su un letto per tutta la vita in uno stato vegetativo, i suoi genitori (o il suo tutore) possono decidere di “staccare la spina”, al contrario di quello che prevede la normativa italiana, che porterebbe al prolungamento della vita del soggetto in questione fino alla morte naturale. La decisione dei tutori legali sarebbe possibile attraverso il testamento biologico oppure dal consenso informato, già previsti dalla legge italiana.
Molte persone gravemente malate oggi non sono libere di scegliere fino a che punto vivere nella loro condizione. Non hanno diritto all’aiuto medico per la morte volontaria, al suicidio assistito o ad accedere all’eutanasia, come invece accade in molti paesi. Questo perché, nonostante una proposta di legge di iniziativa popolare depositata nel 2013 e due richiami della Corte costituzionale, il Parlamento in tutti questi anni non ha mai discusso di eutanasia legale.
Per questo motivo dall’1 luglio al 30 settembre 2021 vi sono banchetti in tutta Italia ed è possibile firmare online per la raccolta firme del referendum popolare. Quest’ultimo se raggiunge la soglia minima di 500 mila aderenti può essere discusso in parlamento come proposta di legge di iniziativa popolare, ed è una possibilità sancita dalla Costituzione italiana.
La soglia minima di firme è stata raggiunta verso metà agosto ed è stata anche superata: gli ultimi dati affermano che sono state raggiunte le 750 mila firme. Nonostante ciò è fondamentale continuare a firmare e diffondere questa iniziativa per dare un forte segnale ai parlamentari italiani. La Costituzione italiana si pone come garante delle libertà personali e individuali ed è di vitale importanza che si assicuri una morte dignitosa a tutti coloro che soffrono di malattie fortemente invalidanti e che non permettono una vita dignitosa. Se si raggiungesse questo obiettivo sarebbe possibile abbattere le discriminazioni oggi esistenti, consentendo la possibilità di scegliere un fine vita consapevole, controllato e sereno, anche alle persone malate che necessitano di un aiuto esterno per porre fine alle proprie sofferenze.