Argomento ampiamente dibattuto, viste le recenti raccolte firme per l’eutanasia e per la depenalizzazione della cannabis, il referendum è uno degli strumenti politici più diretti tra istituzioni e cittadini.
Per le ultime due raccolte firme c’è stata ampia partecipazione, pertanto entrambe sono in dirittura d’arrivo in Parlamento.
Con il decreto semplificazioni è stata aggiunta la possibilità di firmare i referendum anche digitalmente.
Il funzionamento della raccolta firme online si appoggia in toto agli strumenti di identificazione digitali, come lo SPID già noto ed utilizzato dalle istituzioni per provvedimenti come il bonus cultura del governo Renzi o, più recentemente, per ricevere il Green Pass bypassando la tessera sanitaria.
Tale accorgimento non rappresenta solo un punto di svolta a livello burocratico, ma potenzia ulteriormente la rappresentanza del referendum, permettendo firme anche laddove non è possibile la presenza fisica.
La direzione presa dal neopresidente di +Europa Riccardo Magi ha incontrato inizialmente parere positivo dal Ministro per l’innovazione tecnologica e la transizione digitale, Vittorio Colao, e negativo dal Ministero della Giustizia – il quale sosteneva che la firma digitale dovesse riguardare solamente le persone con disabilità, senza specificarne le dinamiche.
Successivamente approvata, nonostante le complicanze iniziali, la proposta del deputato Magi rappresenta uno sguardo al futuro ed un passo avanti rispetto a meccanismi che nel nuovo millennio risultano anacronistici.
Tale cambiamento è in linea con la volontà di creare i presupposti per una vera transizione digitale e tecnologica poiché sono cambiamenti che non hanno ricadute solo presso i Ministeri, ma anche nella prospettiva di una politica proiettata verso le nuove generazioni.