I numeri degli irregolari
Sono 4.839 i casi di irregolarità riscontrati tra i percettori del Reddito di cittadinanza tra Campania, Puglia, Abruzzo, Molise e Basilicata.
Questi dati sono stati constatati dai carabinieri del Comando interregionale Ogaden, a seguito di un controllo rivolto ai beneficiari del Reddito tra maggio e ottobre 2021. Si tratta del 12% degli 87.198 controllati – una truffa ai danni dello Stato per un totale di 20 milioni di euro.
Allargando la lente a tutta la penisola sono 200 milioni – approssimando per difetto – le prestazioni erogate in maniera impropria avvenute nel 2021, almeno fino ad ottobre. Già quasi il triplo del totale del 2020.
L’idea del Reddito e i primi problemi
Attivo da marzo 2019 – con il governo Conte I – e proposto e voluto dal Movimento 5 Stelle, il Reddito di cittadinanza è il sostegno volto a garantire un reddito minimo alle famiglie in difficoltà economica. Destinato ai cittadini italiani o a risiedenti in Italia da almeno 10 anni, per usufruirne vigono una serie di parametri – tra cui un ISEE inferiore a 9.360 euro e la disponibilità al lavoro. Stando ai dati pubblicati dall’INPS relativi a luglio 2021, sono 2 milioni e 920mila i beneficiari dell’assegno, dal valore medio di 578 euro.
Che il sistema fosse sensibile a falle lo si è constatato in fretta. Gli illeciti sono sempre stati un cosiddetto segreto di Pulcinella – tanto sono facili da raggirare le condizioni di erogazione. La misura illegale maggiormente riscontrata è l’omessa comunicazione di variazione economia, quindi la mancata segnalazione di nuovi redditi o proprietà, oltre alla mancata comunicazione della presenza nel nucleo familiare di soggetti sottoposti a misure cautelari – condizione che influisce sul reddito percepito.
Nello specifico – tra chi ha percepito il Reddito per familiari fittizi, chi si è dichiarato nullatenente avendo la Ferrari in garage, chi ha dichiarato l’appartenenza a più nuclei familiari e chi ha usufruito del sussidio per familiari abitanti in un altro continente – i “furbetti” sono riusciti a raggirare il sostegno attraverso metodi degni di una sceneggiatura che spazia tra il comico e il grottesco.
Il bilancio attuale e il piano futuro
I numeri parlano chiaro e smentiscono in parte le ragioni di chi ancora considera l’utilità sociale del Reddito per i poveri. Il Rapporto Caritas 2021 sulla povertà ed esclusione sociale ha dichiarato che il Rdc riesce a raggiungere solo il 44% dei bisognosi: meno della metà. In più, le misure risultano inefficaci per chi si ritrova in condizione di indigenza assoluta. Numeri rischiosi, soprattutto considerando che nel 2021 – causa pandemia – i cittadini italiani che vivono in condizioni di povertà assoluta sono aumentati da 4.6 a 5.6 milioni. La Caritas sostiene 1.9 milioni di nuovi poveri, dei quali solo il 19.9% percepisce il sussidio.
Per il 2022, nonostante molti partiti abbiano fatto pubblicamente fronte avverso – tra i quali Italia Viva, Fratelli d’Italia e la Lega, con quest’ultima che però ne fu promotore durante l’approvazione – il Reddito sarà erogato nuovamente ma con regole e condizioni differenti, per limitare al minimo gli illeciti.
Tra le modifiche ci sarà la dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro entro e non oltre i 30 giorni dal riconoscimento del sussidio. Il precettore potrà rifiutare al massimo due proposte di lavoro – rispetto alle tre precedenti – e, nel caso in cui non venisse accettata la prima, l’assegno subirà un taglio di 5 euro per ogni mese di mancata occupazione.