Usati per lavoro, scuola ed interessi personali, i telefoni cellulari hanno sempre più un ruolo centrale nelle nostre vite.
Hanno preso il posto degli ormai scomparsi mp3 per l’ascolto di musica in streaming. Grazie all’altissima qualità degli obiettivi di cui sono dotate le fotocamere, gli smartphone permettono di scattare ottime fotografie senza che si debba investire denaro in una macchina fotografica professionale e hanno superato i pc anche nel download di contenuti digitali.
Come funzionano i cellulari
I telefoni cellulari funzionano ricevendo e inviando segnali ai ripetitori più vicini. Per fare ciò, questi dispositivi si servono di onde a radiofrequenza (800-2600 MHz), una forma di energia elettromagnetica che si situa tra le onde radio a media frequenza e le microonde. Si tratta di radiazioni non ionizzante, incapaci di indurre mutazioni cancerogene in maniera diretta, al contrario dei più noti raggi X.
L’unita di misura delle radiazioni assorbite dal corpo umano è il Sar (Specific Absorption Rate) espresso in W/Kg, che traduce le radiazioni nel rischio di effetto termico al quale il corpo è esposto. L’intensità di queste radiazioni varia da cellulare a cellulare ed il valore è, in genere, indicato sull’apparecchio o sul sito del produttore.
Per ricavare il SAR di ogni specifico modello occorre valutare gli apparecchi elettronici nelle medesime condizioni, simulando la loro reazione in una reale situazione d’uso. Per garantire la sicurezza degli utenti l’Unione Europea ha fissato a 2 W/kg il limite massimo consentito per le emissioni dei cellulari per evitare qualsiasi effetto termico.
Possibili rischi
Una volta spiegato il funzionamento di qualsiasi cellulare, appare evidente la causa di ogni preoccupazione: la consapevolezza dell’abuso che si fa di questi dispositivi potenzialmente nocivi e quindi, di conseguenza, il costante contatto con le radiazioni che emettono.
L’esposizione diretta ad onde radio come quelle emesse dai cellulari potrebbe accrescere il rischio di alcune forme di tumore e rappresentare un problema soprattutto per il cervello, il sistema visivo e il nervo acustico.
Il rischio maggiore legato a questo tipo di onde è quello dell’ innalzamento della temperatura corporea che può arrecare danni ai tessuti circostanti, secondo lo stesso principio sfruttato dai forni a microonde per scaldare gli alimenti. Nei bambini, essendo ancora in fase di sviluppo, questi fattori rappresentano dei rischi maggiori.
Ricerche scientifiche
Il quadro che emerge dagli studi condotti finora è contradditorio.
Alcuni studi basati sul confronto tra malati e sani, rispetto al tipo di esposizione che hanno avuto in passato, hanno rilevato un lieve aumento del rischio di tumori cerebrali e del nervo acustico dopo 10-15 anni di utenza, nelle persone che fanno un uso elevato del cellulare.
Altri studi affermano che, ad oggi, non è stato riscontrato un aumento significativo dei tumori al crescere dell’esposizione della popolazione ai cellulari. Come per altre sostanze cancerogene, ad esempio l’amianto, possono passare infatti decine di anni dall’esposizione alla sostanza prima del manifestarsi di un tumore.
Proprio per questo motivo non si è ancora in grado di affermare quali saranno le conseguenze future di questa condizione, ormai naturale, che quotidianamente viviamo. Per scoprire dunque la portata di tali rischi sarà necessario aspettare ancora un po’ di anni.
Uso consapevole e prevenzione
Alcune accortezze possono diminuire la quantità di onde elettromagnetiche assorbite dal corpo durante l’utilizzo di questi dispositivi elettronici. Un esempio è l’uso di auricolari. Più l’antenna è vicina alla testa della persona, maggiore è l’esposizione alle onde e l’assorbimento di energia da parte dei tessuti.
Un’ulteriore precauzione è quella di mantenersi ad una sufficiente vicinanza dal ripetitore. La massima emissione di queste onde avviene, infatti, quando il cellulare sta cercando la linea alla quale attaccarsi. Per questo motivo sono sconsigliate le chiamate effettuate dal treno o dall’auto, proprio perché il cellulare deve agganciare diversi ripetitori man mano che il mezzo di trasporto si sposta.