In Italia paghiamo l’iva sugli assorbenti tra le più alte d’Europa

Secondo dati Eurostat, L’Italia si posiziona al sesto posto della classifica per percentuale iva sugli assorbenti, prodotti indispensabili per l’igiene femminile, dopo Ungheria, Croazia, Finlandia, Bulgaria e Romania.

Raddoppia l’iva nella manovra di Bilancio 2024

Nella manovra di bilancio per il 2024 il governo ha previsto il raddoppio dell’iva sui beni essenziali per l’igiene femminile, che passerà dal 5 al 10%, così anche per i prodotti per l’infanzia, dal latte in polvere, ai pannolini e seggiolini (obbligatoriamente da installare sugli autoveicoli).

Il prezzo finale di questi prodotti è destinato dunque ad aumentare, anche per effetto dei precedenti tagli. Per far fronte ai rincari, tagliarla ulteriormente non rappresenterebbe comunque la soluzione. Potrebbe sembrare controintuitivo, ma vediamo perché.

I tagli precedenti e conseguenze

Nel 2021 con il governo Draghi, la tampon tax è scesa dal 22 (pari all’aliquota ordinaria, mentre per i beni di prima necessità arriva al 4%) al 10% e per far fronte alla misura sono stati stanziati 300 milioni € secondo una stima per eccesso del Ministero dell’Economia. Nel 2022, il governo Meloni ha potenziato l’abbassamento fino ad arrivare al 5%, stanziando per la copertura annuale un totale di 40 milioni €.

Nonostante l’abbassamento della tassa, i prezzi di questi beni di prima necessità non sono scesi come prospettato. Le aziende produttrici hanno infatti inglobato nelle proprie casse il margine generato dal taglio dell’Iva, mantenendo i prezzi invariati.

Essendo beni di prima necessità e dunque irrinunciabili, la domanda di mercato relativa agli assorbenti non è diminuita nel tempo. I tagli dell’iva potrebbero dunque produrre un effetto boomerang: il rialzo al 10% comporterà degli aumenti, poiché è improbabile che il margine di guadagno delle aziende produttrici cali.

Soluzioni alternative

I fondi stanziati finora avrebbero potuto essere investiti in soluzioni alternative, come la distribuzione gratis degli assorbenti per le donne in condizioni di povertà o al di sotto di una certa soglia anagrafica. Esempi virtuosi di queste pratiche si sono articolati in Scozia, dove gli assorbenti sono gratis per tutte le donne in età fertile, e in Nuova Zelanda, in cui non è previsto il pagamento degli stessi per le studentesse.

Il governo Meloni ha motivato la scelta, affermando che la diminuzione dei prezzi auspicata non si è in realtà concretizzata. La marcia indietro dell’esecutivo dimostrerebbe l’insostenibilità delle misure studiate in chiave esclusivamente elettorale: è necessario un bilanciamento tra consenso ed effettiva efficacia dei tagli riguardanti l’iva che, come in questo caso, potrebbero produrre un effetto boomerang con conseguenze immediate sul carrello dei consumatori.