Vladimir Putin ha firmato il 19 ottobre un decreto-legge volto a istituire la legge marziale nelle quattro regioni ucraine da poco annesse dalla Russia.
Secondo l’agenzia di stampa russa Tass, tale decreto entrerà in vigore a partire dal 20 ottobre in tutte e quattro le regioni annesse di Donetsk, Lugansk, Zaporizhzhia e Kherson.
L’introduzione della legge marziale consentirà, tra l’altro, di limitare i movimenti della popolazione, di stabilire il coprifuoco, di istituire posti di blocco nonché di trasferire forzatamente i civili in altre regioni.
Il presidente russo ha voluto sottolineare che, pur essendo già prevista tale legge nei territori recentemente annessi, si è reso necessario” formalizzare questo regime nel quadro della legislazione russa”.
Infine, ha spiegato che questa norma verrà inviata subito al Consiglio della Federazione, mentre la Duma di Stato è già stata informata.
Riguardo ai continui attacchi che causano la morte di numerosi civili, Putin ha spiegato che: “come è noto, il regime di Kiev si è rifiutato di riconoscere la volontà e la scelta del popolo ucraino e rifiuta qualsiasi proposta di dialogo. Piuttosto, gli attacchi continuano”.
Contestualmente, l’esercito russo ha iniziato l’evacuazione della popolazione di Kherson anche in previsione di una quasi certa controffensiva ucraina.
L’attuale governatore della regione di Kherson, Vladimir Saldo, ha affermato che 50 o 60mila persone verranno evacuate nei prossimi giorni senza peraltro precisare se i civili resteranno all’interno dei territori ucraini o se dovranno spostarsi in Russia.
Ad avvalorare l’ipotesi della possibile controffensiva ci sono le parole di Sergei Surovikin, comandante delle operazioni russe in Ucraina, che ieri aveva affermato che l’avanzata delle forze ucraine potrebbe rendere necessario persino il ritiro dell’esercito russo.