Proteste per l’elezione della Colosimo a Presidente della Commissione Antimafia

Nel giorno del 31esimo anniversario della Strage di Capaci, dove perse la vita il Giudice Falcone, si insedia la nuova Commissione Antimafia, dopo ben 8 mesi dall’inizio del Governo e con moltissime polemiche per la scelta della Presidenza. Il nome scelto e voluto dalla Premier Meloni è quello della deputata di FdI Chiara Colosimo. Ed è proprio la sua nomina che è finita al centro delle polemiche, infatti nelle scorse settimane il programma televisivo ‘Report’ ha mostrato una foto che ritrae la parlamentare a fianco dell’ex Nar Luigi Ciavardini.

Ma chi è Ciavardini?
Si tratta di un terrorista italiano, esponente del gruppo eversivo d’ispirazione neofascista ‘Nuclei Armati Rivoluzionari’, condannato a 30 anni per la strage di Bologna, a 13 per l’omicidio del poliziotto Francesco Evangelista e a 10 per quello del giudice Mario Amato. In seguito all’inchiesta della trasmissione di Rai Tre, che ipotizzava un legame di amicizia tra Colosimo e Ciavardini, è esplosa la protesta dei parenti delle vittime di mafia, che tramite una lettera hanno chiesto alla Premier Meloni di rivedere la sua scelta. Scelta che però è stata confermata.

Nella lettera si legge: “È accettabile che si scelga, per un ruolo importante come la presidenza di una Commissione parlamentare bicamerale, una persona che non si vergogna di avere rapporti con uno stragista che mai si è pentito? E, ancora, solo a noi appare evidente il gigantesco conflitto di interessi della probabile futura presidente? E’ così che lo Stato onora le vittime delle stragi terroristico-mafiose e chiede fiducia ai loro familiari? Se questo sarà veramente il primo, nefasto, passo della neo Commissione, ci auguriamo che i componenti che avalleranno tale scelta avranno almeno la decenza di evitare di partecipare alle commemorazioni di quelle stragi”

Ma non è finita qui, infatti nella Commissione sono presenti ben 3 parlamentari sotto processo. Si tratta di Giuseppe Castiglione (Azione), imputato per corruzione; Anastasio Carrà (Lega), a processo per delitto colposo contro la salute pubblica e, infine, Francesco Silvestro (Forza Italia), accusato di concussione

Il M5S ha scelto di non partecipare al voto per la nomina in segno di contrarietà, sostenendo come “Le polemiche sul suo nome rischiano di compromettere la credibilità e l’autorevolezza di un’istituzione delicata e importante per la nostra democrazia”. Anche i deputati e i senatori Pd che fanno parte della commissione Antimafia, non hanno partecipato ai lavori di oggi della bicamerale.

Cosa fa la Commissione Antimafia?
La nuova commissione Antimafia è composta da 50 membri, 25 senatori e 25 deputati. La sua principale attività è focalizzata sull’indagare sui fenomeni di mafie italiane ed estere presenti nel nostro Paese.

Tra i suoi compiti da attenzionare ci sono:

  • espliciti riferimenti alle zoomafie
  • nuove forme di criminalità organizzata di tipo mafioso connesse all’immigrazione
  • infiltrazione all’interno della comunità nigeriana, con attenzione allo sfruttamento di donne e minori.
  • settore manifatturiero cinese, con attenzione allo sfruttamento del lavoro clandestino e alla sicurezza nei luoghi di produzione.

Oltre alla scelta della Presidenza, che ha scatenato molte proteste, a far molto parlare sono anche alcuni parlamentari scelti dai propri partiti per far parte della Commissione, nonostante siano sotto processo: Giuseppe Castiglione (Azione), imputato per corruzione; Anastasio Carrà (Lega), a processo per delitto colposo contro la salute pubblica e, infine, Francesco Silvestro (Forza Italia), accusato di concussione.

In Italia vige la presunzione d’innocenza fino a condanna definitiva, ma la domanda sorge spontanea: essendo una commissione d’inchiesta cosi importante e delicata non sarebbe stato più consono selezionare parlamentari per farne parte che non sono sotto processo? Non c’era nessun altro in grado di poter far parte di questa commissione?