Presidenzialismo: una questione riaperta dalle forze politiche

La proposta di Fratelli d’Italia sull’elezione del Presidente della Repubblica

Fautore della proposta ‘presidenzialista’ è il centrodestra, attualmente in netto vantaggio nei sondaggi e, in prospettiva, capace di indicare il prossimo Primo Ministro. Durante l’abituale incontro targato ‘Atreju‘, la leader di Fratelli D’Italia Giorgia Meloni ha riproposto il tema, ottenendo elogi e consenso. Il partito guidato da Meloni non si è fermato alla teoria ed ha depositato una proposta di legge costituzionale che sconvolgerebbe l’attuale sistema parlamentare.

La proposta prevedrebbe una rivisitazione del semipresidenzialismo francese, dove il ruolo del Primo Ministro risulterebbe decisamente ridimensionato in favore del Presidente della Repubblica. Nella dimensione costruita dal principale partito di opposizione del governo Draghi, il Capo dello Stato non solo verrebbe eletto dai cittadini – come avviene con le elezioni politiche-, ma avrebbe il potere di presiedere il Consiglio dei Ministri al pari del premier.

Il centrosinistra ed il M5S compatti sulla contrarietà al presidenzialismo

Giuseppe Conte, Presidente del Movimento 5 Stelle, ha definito la proposta una “spartizione irragionevole“, accusando il centrodestra di voler attuare tale manovra per potersi dividere i ruoli in Parlamento, favorendo così la candidatura di Silvio Berlusconi al Quirinale. L’attuale Presidente del Monza, rispondendo alle domande sul futuro di Sergio Mattarella, ha ipotizzato le dimissioni dell’attuale Capo di Stato in caso di riforma costituzionale, attirando le ire dei dem e di Enrico Letta in particolare.

L’attuale segretario del Partito Democratico si è detto preoccupato per una possibile torsione presidenziale, in virtù dello scontro con i principi anti-presidenziali della Costituzione ed una conseguente riscrittura di una buona parte di essa.

La risposta di Cottarelli fa riflettere sui rischi di tale proposta

Recentemente candidato nelle liste del PD, Carlo Cottarelli si è detto contrario alla rivoluzione presidenzialista, sostenendo che la personalizzazione di una carica così delicata toglierebbe spazio alle idee politiche. Nel sistema portato avanti da Fratelli d’Italia vi sarebbe una visione meno accentrata sul Presidente del Consiglio. Si verrebbero a creare così due figure sempre più simili che garantirebbero maggiore armonia nella legislatura, priva però di una figura super partes che ne verifichi la correttezza dell’operato.

Inoltre, indirizzare il proprio elettorato – pronto ad appoggiare pervicacemente il nome proposto dal partito – verso un’unica scelta, eliminerebbe totalmente la fase di dialogo che si avvia, da prassi, tra le forze politiche in seduta comune. Sebbene vi sia il forte rischio che conferire maggiore legittimità alla massima carica istituzionale attraverso l’elezione diretta sfoci in mera demagogia, ascoltare le esigenze del Paese tenendo conto del proprio contesto storico-culturale è prioritario.