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Pornografia e adolescenti: quando diventa un rischio

È dell’Osservatorio infanzia e adolescenza della Federazione italiana di sessuologia scientifica una ricerca svolta su un campione di 3500 ragazzi tra gli 11 e i 24 anni che riporta come, anche in conseguenza alla pandemia da Covid-19, sia aumentato l’uso di pornografia online.

A gennaio 2022 aveva fatto clamore Billie Eilish che accusava la pornografia di averle distrutto il cervello e provocato incubi.

La cantante, in un’intervista, dichiarò di vedere video porno da quando aveva 11 anni e che all’inizio questo non le aveva creato nessun problema. Poi si è rivelato un incubo: “Pensavo che fosse così che si impara come fare sesso. Arrivavo a non dire no a cose che non andavano bene, pensando dovesse essere quello da cui dovevo sentirmi attratta».

Il problema non è la pornografia in sé, come molti psicologi hanno poi sostenuto. È l’abuso di essa che può causare problemi nel lungo periodo, soprattutto se in età precoce.

Quali problemi può portare un abuso di pornografia in età precoce

Con un incremento notevole dovuto alla pandemia, i giovani scoprono sempre di più la propria sessualità su internet.

Questo accade da parte di entrambi i sessi. Uno studio condotto da Foresta Onlus di Padova, su un campione di 5000 adolescenti di quinta superiore delle scuole del Veneto, della Campania e della Puglia, ha evidenziato che il 30%, a collegarsi a siti pornografici, sono ragazze. Resta sempre molto alta la percentuale dei ragazzi.

L’approdo su internet per scoprire la propria sessualità ha portato ad un incremento anche del cybersex e del sexting.

Il problema che ne emerge è che gli adolescenti potrebbero prendere questo tipo di approccio alla sessualità come esempio. Ciò porterebbe a problemi nella socialità degli adolescenti e nel rapporto reale con il sesso.

Il rischio è quello di vedere come unico modo di provare piacere quello visto sullo schermo ed avere poi ripercussioni nella sfera sessuale: soffrire di ansia da prestazione, impotenza, insicurezza o vergogna si sé.

Quale può essere la soluzione?

Date le premesse, il fenomeno è di estrema importanza e risulta cruciale il ruolo dell’educazione sessuale e di una educazione sentimentale.

Un progetto realizzato da Fondazione PRO di Napoli ha coinvolto 1000 giovani dal 16 ai 19 anni e dai dati ottenuti si evidenzia che il 65% non ha mai parlato di sessualità con i propri genitori. Otto su dieci visitano siti pornografici. Uno su quattro ha rapporti sessuali non protetti.

A partire dalle scuole, dovrebbero esserci attività volte a sensibilizzare e informare i ragazzi e le ragazze sul sesso e le tematiche ad esso connesse, a partire dalla prevenzione.

Non solo la scuola, ma anche le famiglie giocano un ruolo fondamentale.

Raggiungere un’apertura al dialogo con i propri figli e le proprie figlie su argomenti riguardanti la sfera sessuale è un passo importante.

Togliere internet dalla vita dei giovani è, nella realtà in cui viviamo, impensabile ed impossibile.

In vista di un sempre più crescente spazio del web nelle nostre vite, urge che le agenzie di socializzazione facciano tutte la loro parte affinché la pornografia online non si riveli un problema nella vita degli adolescenti.