L’11 novembre è una data speciale in Polonia: si tratta infatti del giorno di celebrazione dell’indipendenza del Paese, che però, da ormai 10 anni, viene organizzato da partiti di estrema destra. Alla “Marcia dell’Indipendenza” di quest’anno hanno partecipato, radunati tra le vie di Varsavia, decine di migliaia di manifestanti.
Nel nome dell’odio e della violenza
Gli esponenti dell’ONR – movimento ultra-cattolico e neofascista polacco, nato nel 1993 con il desiderio di rendere la Polonia una “Nazione etnicamente omogenea” – che hanno deciso di scendere in piazza, l’hanno fatto scandendo a gran voce grida di protesta e di incitamento alla violenza contro gli ebrei che, a loro dire, vogliono “derubare la Patria” di 300 miliardi di dollari, ovvero i legittimi risarcimenti degli ebrei polacchi sostenuti dagli Stati Uniti.
Gli slogan di odio hanno compreso anche gli omosessuali e l’Unione Europea, di cui sono state bruciate diverse bandiere in piazza. Va ricordato che recentemente, più precisamente il 7 ottobre 2021, il Tribunale Costituzionale polacco ha dichiarato, con la sentenza K 3/21, la superiorità del diritto interno nei confronti di quello europeo – ritenuto dai polacchi incompatibile con la propria Costituzione in relazione ad alcuni temi sulla giustizia.
Ad unirsi a sostegno del corteo ci sono stati anche i camerati dell’HVIM, partito ungherese di estrema destra, e i neofascisti italiani di Forza Nuova – i quali, secondo quanto riporta il Fatto Quotidiano, sono ritenuti un esempio di “vero fascismo e baluardo nella difesa dei valori cristiani”. Non a caso, le parole chiave della manifestazione sono state “Dio, patria e famiglia”.
Il ruolo del PiS e della Chiesa
A governare in Polonia è il PiS, o Diritto e Giustizia, partito di estrema destra e di ispirazione conservatrice clericale, nazionalista, illiberale e reazionaria che, nel panorama internazionale, fa parte del Partito dei Conservatori e dei Riformisti Europei – di cui è presidente la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni.
Secondo quanto dichiarato dal professore universitario Stanislaw Obirek, una delle voci più influenti sulla situazione della Polonia contemporanea, a MicroMega, il drastico calo dei consensi riscontrato dal PiS negli ultimi anni ha causato una reazione antidemocratica da parte del partito, preoccupato per la possibile perdita del potere.
Per contro, nonostante il controllo dei media, i cittadini polacchi sembrano disprezzare la svolta autoritaria del governo. Il consenso che ha portato i leader del PiS a vincere le elezioni negli ultimi tempi non deriva però interamente dall’opera di convincimento politico: un forte sostegno è dato dalla Chiesa Cattolica, la quale ha una forte influenza sulla larga parte di popolazione che vive nelle vaste campagne presenti nelle regioni orientali. L’accordo è semplice: la Chiesa sostiene il governo e, in cambio, ottiene fondi dallo Stato.
Il destino fallimentare del nazionalismo euroscettico
Se è vero, da un lato, che in Europa si assiste tuttora a casi di Paesi con un forte carattere nazionalista ed euroscettico, dall’altro lato la storia ci insegna qualcosa di diverso. Nonostante gli sforzi di Stati come Polonia e Ungheria di innalzare barriere contro lo sviluppo di un’Europa sempre più unita, è chiaro che il progetto UE è, salvo imprevisti, destinato a realizzare una forma di governo di stampo federalista, caratterizzato da interregioni – volte a sostituire e superare il concetto isolato e decadente di Stato.
Sebbene sia fondamentale conservare le singole caratteristiche culturali e artistiche di tutti i popoli, questo non implica in nessun modo il rischio di perdere i valori patriottici di una Nazione una volta che essi vengono assimilati ed uniti ad altre culture.
La globalizzazione ha avuto, tra effetti positivi e negativi, il merito di gettare le basi concrete per una futura società multiculturale. Non è quindi immaginabile che un Paese membro decida singolarmente di interferire con questo processo, in particolare per interessi di governance esclusivamente interni. Il mondo cambia e si evolve, indipendentemente dai singoli. Chi non lo accetterà, rimarrà inesorabilmente indietro.
