Perché la Fiorentina può essere la sorpresa della stagione

L’inizio di campionato più che convincente della Fiorentina ha portato senz’altro una ventata d’aria fresca nell’ambiente gigliato e una concreta possibilità di sognare, espressione che da troppo tempo non entrava nelle case dei tifosi Viola. Dopo anni bui passati nell’oblio della zona salvezza, la squadra sembra essersi lasciata alle spalle il recente passato, compiendo un cambio di mentalità per ritornare ad occupare il suo antico posto di prestigio tra le sette sorelle.

Tutto inizia quest’estate, con l’inaspettato dietrofront di Gattuso, allora allenatore del Napoli, di non dare seguito al suo arrivo a Firenze per divergenze di carattere tecnico avute con la società. Da lì, il colpo di genio del presidente Rocco Commisso che decide di affidare la guida della squadra all’emergente Vincenzo Italiano, reduce da una promozione in Serie A sulla panchina dello Spezia, seguita da una brillante salvezza dell’anno dopo raggiunta senza troppi patemi.

Il nuovo mister, nato in Germania, ha sviluppato un 4-3-3 offensivo e dinamico con un baricentro alto e un pressing snervante. La novità più importante rispetto alla gestione Iachini e ancora prima Prandelli, è chiaramente il passaggio alla difesa a quattro che, in relazione alle caratteristiche e alle esperienze dei due centrali Milenkovic e Lucas Martinez nelle rispettive nazionali di Serbia e Argentina, fa rendere al meglio l’intera catena di centrocampo con i vari Bonaventura e Castrovilli liberi di attaccare la profondità e meno legati ad incarichi prettamente difensivi. 

A permettere tale gioco, risulta indispensabile la figura bilaterale di mediano interditore e di costruttore di gioco di Lucas Torreira, l’ex Sampdoria prelevato dall’Arsenal con la formula del prestito. Davanti, la gioventù del figlio d’arte Sottil si incrocia con il sempreverde Callejon e il neo-acquisto vincitore della Coppa America con l’Albiceleste, Nico Gonzalez, 23enne ex Stoccarda in grado di occupare tutte le posizioni del fronte offensivo.

Il tutto sorretto dal numero 9, il fenomeno serbo classe 2000 Dusan Vlahovic, chiamato alla stagione della definitiva consacrazione e, a detta di molti, possibile vincitore della classifica capocannoniere. Fino a questo momento, nelle prime tre giornate, ha marcato il tabellino per 3 volte, rimanendo a secco solo nella gara inaugurale contro la Roma.

Da quanto detto, le vittorie contro il Torino e, soprattutto contro l’Atalanta a Bergamo, dimostrano come la Fiorentina di Vincenzo Italiano sia già un meccanismo perfetto che viaggia con aria minacciosa verso le parti alte della classifica, e che può pensare alla qualificazione nella prossima Europa League come ad un obiettivo concreto e non come ad un’ utopia.