Peppa Pig è un famoso cartone animato per bambini che vede protagonista una maialina rosa intraprendente. Andato in onda per la prima volta in Italia nel 2010, ha pervaso l’immaginario infantile.
Per molti aspetti è diventato una sorta di “esempio” da seguire: in famiglia si utilizza spesso Peppa come modello di comportamento invitando i bambini ad agire come lei, e talvolta anche asili nido e scuole dell’infanzia si servono di questo personaggio come “mascotte” nei processi di apprendimento.
Ma questo cartone animato non è esente da stereotipi. Quello che fa non è proporre un ideale di infanzia come altri cartoni animati di questo genere, ma racconta ciò che tutti conosciamo, con i suoi cliché e pregiudizi.
Lo stereotipo, si sa, tranquillizza perché si ha la sensazione di riuscire a mantenere uno “status Quo”. Quindi, finché l’immaginario rientra negli stereotipi socialmente accettati, non si crea nessun scalpore.
Il fatto che oggi se ne parli così tanto, è dovuto proprio ad una novità narrativa che esce dallo stereotipo della classica famiglia da “mulino bianco”. L’episodio in questione è andato in onda in Gran Bretagna dal titolo “Famiglie” e nel corso della trama appare una famiglia omogenitoriale.
Il nuovo amico di Peppa Pig, Penny Polar Bear, vive con due mamme: “Io vivo con la mia mamma e l’altra mia mamma. Una fa il dottore, l’altra cucina gli spaghetti” dice presentandosi.
Questa nuova figura in un cartone animato così famoso permette di affrontare il tema delle famiglie, tema molto sentito da una parte dei nostri politici in corsa alle elezioni. Irrompe così, sul finire della campagna elettorale, un ulteriore motivo di scontro tra le forze politiche.
La reazione della politica al cartone Peppa Pig
Non appena la notizia dell’episodio ha iniziato a girare sul web, la reazione di Giorgia Meloni non si è fatta attendere.
La Rai non lo trasmetta, è indottrinamento gender. Ancora una volta il politicamente corretto ha colpito e a farne le spese sono i nostri figli.
In Italia, in realtà, la Rai non può ancora trasmetterlo. Infatti, il servizio pubblico non ha attualmente i diritti di trasmissione in chiaro, perché non sono ancora arrivati a scadenza i diritti per la trasmissione esclusiva su Pay-Tv acquistati da Disney.
Non solo Fratelli d’Italia contro la nuova famiglia con due mamme, anche Associazioni Pro-Vita e l’ex senatore Giovanardi ha fatto un esposto al Comitato di applicazione del codice di autoregolamentazione per impedire la messa in onda e richiedendo una multa ai trasgressori.
Ma c’è davvero un problema?
Il vero problema che ha ulteriormente messo in luce questo episodio è quanto ancora nel nostro Paese ci sia da lavorare sui diritti civili.
I bambini non resteranno impressionati nel vedere una famiglia con due mamme o due papà.
La replica di Nicola Fratoianni, leader di Sinistra Italiana:
Le famiglie arcobaleno esistono e nessun bambino sarà traumatizzato dalla scoperta della loro esistenza”
Per anni i cartoni animati, a partire dai classici Disney, hanno trasmesso innumerevoli stereotipi di genere che, in molti casi ancora sono persistenti: dai colori dell’abbigliamento principalmente rosa per i personaggi femminili e azzurro per i maschili, alla figura femminile passiva e fragile, mentre quella maschile attiva e forte.
Nessuno in decenni di personaggi-spalla con gli occhiali o “grassottelli” ha mai alzato la voce per opporsi a questa rappresentazione stereotipata di personaggi più deboli, perché sono aspetti che la nostra società (purtroppo) ha normalizzato.
Negli ultimi anni si stanno vedendo, invece, cambiamenti nelle rappresentazioni mediali a partire proprio dai cartoni animati prescolari e questo, con l’evolversi della società e del clima culturale è invitabile e necessario.
Forse, dalle nuove generazioni ci sarà qualcosa da imparare.