Tutti noi ricordiamo la nostra infanzia per immagini, sensazioni, abitudini di gioco che ci accomunavano con i nostri coetanei. Le generazioni nate in questi anni di consolidamento e pervasività del concerto di nativo digitale, condividono un’attitudine nei confronti dell’attività fisica meno spontanea, in linea con uno stile di vita sempre più sedentario, somigliante a quello dei loro genitori.
Le abitudini sportive
Anche la vita dei bambini, come quella degli adulti, sta diventando sempre più sedentaria. Le osservazioni degli esperti ricadono su un dettaglio che non dovrebbe passare inosservato: correre spontaneamente per i bambini sta diventando un’attività sempre meno praticata.
“I ragazzi che fanno agonistica, diminuiti negli anni, sono in realtà migliorati nelle prestazioni. Ma rappresentano una nicchia. Tutti gli altri per lo più sono poco coordinati nella corsa, ma anche quando camminano sono meno scattanti, hanno meno flessibilità, meno destrezza, meno sincronismo dei movimenti. Alcuni camminano senza muovere le braccia. Sembrano robot.”
Tonino Andreozzi, vice direttore tecnico per la nazionale under 23, 20, 18 della Fidal
In Italia circa il 60% dei bambini tra i 6 e i 14 anni e il 50,1% dei 15-17enni pratica sport, ma l’abitudine si riduce con il crescere dell’età. Parallelamente, le persone adulte che non fanno sport né praticano attività fisica nel tempo libero costituiscono il 35,2% del totale, mentre solo il 27,1% pratica sport in maniera continuativa. L’attitudine al movimento si tramanda di genitore in figlio, così come nella maggior parte dei casi vengono trasmesse abitudini alimentari e ritmi di vita. Ça va sans dire che, molto probabilmente, a genitore sedentario corrisponderà figlio sedentario, almeno finché l’età del figlio non sarà tale da rendere attuabili scelte più autonome.
La pervasività dei media digitali
Negli anni anche l’educazione familiare subisce cambiamenti in linea con le tendenze della società contemporanea. Tra le cause legate a questo fenomeno involutivo rientrerebbero la tendenza a restare in casa e l’intrattenimento per mezzo di device digitali, abitudini che si sono consolidate nel tempo, a differenza delle generazioni precedenti.
Come riportato da un’indagine di Associazione culturale pediatri, Federazione italiana medici pediatri e Società italiana di pediatria, il 72% delle famiglie con figli di età compresa tra a 0 e 2 anni utilizza i social durante i pasti, e il 26% lascia che i bambini utilizzino i device in autonomia.
Le conseguenze sulla vita da adulti
Le abitudini dei figli riflettono dunque quelle dei genitori, il cui esempio si traduce in uno stile di vita sempre più sedentario. Il tenore della nostra fase di vita infantile ha però importanti conseguenze anche su quella da adulti: la corsa influisce positivamente sulle nostre capacità cardiovascolari e sul metabolismo, migliorando umore e sonno e rafforzando muscoli. Praticare attività motorie aumenta la capacità di problem solving e memorizzazione grazie ad un maggiore sviluppo dell’ippocampo, la parte del cervello responsabile della memoria e del senso dello spazio.