L’Ocse ha redatto un rapporto, il Pensions at a Glance, per fare un punto della situazione sui sistemi pensionistici. In particolare per quanto riguarda l’Italia sottolinea che: “La concessione di benefici relativamente alti a pensionati giovani fa sì che la spesa pensionistica pubblica dell’Italia si collochi al secondo posto tra le più alte dei Paesi dell’Ocse pari al 15,4% del Pil nel 2019. Le diverse opzioni disponibili per andare in pensione prima dell’età pensionabile prevista dalla legge abbassano l’età media di uscita dal mercato del lavoro, pari mediamente a 61,8 anni contro i 63,1 anni della media Ocse”.
I dati secondo Ocse
L’organizzazione Francese puntualizza che: “il requisito di futura età pensionabile normale è tra i più elevati con 71 anni di età, come la Danimarca (74 anni), l’Estonia (71 anni) e i Paesi Bassi (71 anni), contro una media Ocse di 66 anni per la generazione che accede adesso al mercato del lavoro”. In Italia: “tutti i miglioramenti dell’aspettativa di vita vengono automaticamente integrati all’età pensionabile. In alternativa, la Finlandia e i Paesi Bassi trasmettono due terzi dei miglioramenti dell’aspettativa di vita all’età pensionabile”.
Il sistema pensionistico Italiano: “abbina un’età legale di pensionamento alta a un’elevata aliquota contributiva del 33%, il che determina un elevato tasso di sostituzione netto dell’82% per i lavoratori con una carriera senza interruzioni e con salario medio, rispetto a un tasso del 62% in media nell’area dell’Ocse”. Secondo gli studi andando in pensione 3 anni prima, cioè a 68 anni, il tasso di sostituzione netto scenderà al 72%. Questo valore: “rimane alto in un confronto a livello internazionale”.
Altra nota dolente riguarda il costo delle casse pubbliche. Per l’Ocse: “Il garantire benefici relativamente alti a pensionati relativamente giovani contribuisce alla seconda spesa pensionistica pubblica, alle spalle della Grecia, dell’intera Ocse, pari al 15,4% del Pil nel 2019”. Nel 2017 la spesa pubblica per le pensioni equivaleva al 32,1%, contro un media Ocse del 18% circa. Per il futuro si prevede un costo del 17,9% del Pil nel 2035, a dispetto di una media Ocse del 10%.