paperelle di plastica disperse negli oceani

Paperelle gialle: un episodio casuale, ma di enorme importanza

Gennaio 1992, Oceano Pacifico. La nave cargo Ever Laurel stava conducendo un viaggio, partito da Hong Kong, che l’avrebbe condotta a Tacoma, nello stato americano di Washington. Tuttavia, una tempesta sorprende la nave e ne causa il rovesciamento di diversi container, tra cui uno che conteneva diversi giochi per bambini e in particolare diverse paperelle di gomma.

Alla vicenda si cominciarono ad interessare molte persone, tra cui gironalisti e scienziati. Una fra tutti Curtis Ebbesmeyer. L’oceanografo di Seattle riuscì a ricostruire la storia di queste paperelle tramite le segnalazioni delle persone a cui capitava di trovarne in diversi luoghi e, soprattutto, a capire l’importanza del monitoraggio dei percorsi degli oggetti nel mare. Grazie a questo episodio, venne coniato il termine “Flotsametrics” per indicare questo particolare studio.

Il giro del mondo delle paperelle in… 25 anni

Le prime paperelle furono ritrovate sulle spiagge dell’Alaska. L’acqua salata e la luce ne avevano cambiato il colore facendole diventare da gialle a bianche. E nei successivi 25 anni questi giocattoli hanno continuato il loro personale viaggio toccando le punte dell’Europa, del Sudamerica e dell’Australia.

Questo singolo episodio ha fatto aprire gli occhi su diverse questioni. Innanzitutto, ha fatto capire quanto i mari siano interconnessi tra loro e facciano parte di un unico sistema in cui degli oggetti possono arrivare nelle diverse parti del globo. Inoltre, questo avvenimento fa comprendere anche quanto la plastica possa durare nel tempo. Giocattoli ritrovati integri a distanza di molti anni porta ad una riflessione e maggior attenzione per quanto riguarda l’inquinamento ambientale.

L’episodio è casuale, la superficialità no

Oltre 1000 di questi oggetti potrebbero essere finiti nel grande ammasso di spazzatura galleggiante che si trova ancorato nel Pacifico e rappresenta un problema di grande peso. L’episodio del rovesciamento del container è stato un caso, ma la grande superficialità che si ha con lo smaltimento dei rifiuti non lo è. Bisogna riflettere sulla responsabilità enorme che tutti noi abbiamo, anche con i minimi gesti, nei confronti del pianeta che ci ospita.