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Non si fermano le esecuzioni capitali in Arabia Saudita

Lo scorso sabato l’Arabia Saudita ha messo a morte due uomini, tra cui uno condannato per aver tentato di far saltare in aria un impianto petrolifero, portando a sei il numero delle esecuzioni quest’anno, hanno riferito i media statali.

Il secondo uomo è stato condannato per aver commesso con la forza “un osceno atto di sodomia” su minori, secondo l’agenzia ufficiale di stampa saudita.

Le esecuzioni, entrambe nella regione occidentale della Mecca, sono avvenute tre giorni dopo che le autorità della regione sudoccidentale di Baha hanno messo a morte quattro uomini accusati di aver rapito e ucciso un altro uomo.

In Arabia Saudita le esecuzioni capitali stanno aumentando in maniera esponenziale: l’anno scorso sono state giustiziate 147 persone, più del doppio della cifra del 2021 di 69, secondo i dati forniti dalle autorità del Regno.

Il numero dello scorso anno comprendeva 81 persone messe a morte per reati legati al terrorismo in un solo giorno di marzo 2022, un evento che ha suscitato proteste internazionali.

Le esecuzioni di sabato dimostrano “la volontà del governo di stabilire sicurezza e ottenere giustizia” e dovrebbero servire da monito per altri potenziali colpevoli, ha affermato l’agenzia di stampa saudita, citando il ministero dell’Interno.

L’Arabia Saudita è il più grande esportatore mondiale di greggio. I rapporti forniti dalle autorità saudite non chiariscono come siano state eseguite le recenti esecuzioni, ma sappiamo che nel ricco regno del Golfo il metodo più usato dal boia sia quello delle decapitazioni.