Continuano i disagi legati alle manifestazioni contro il green pass nelle città italiane. Ancora una volta sono Milano e Trieste le piazze più accese.
Nel capoluogo lombardo, ancora una volta, la questura non ha trovato un accordo con gli organizzatori delle proteste riguardo il percorso da seguire. Sono di nuovo le forze dell’ordine a doversi occupare di eventuali cambi di rotta e impedire che il normale ritmo cittadino venga ostacolato.
Circa 3mila i manifestanti tra i quali spuntano anche alcuni gilet gialli muniti di striscioni “ora e sempre resistenza”. Prima ancora che la marcia partisse due uomini sono stati colti mentre spintonavano veementemente un giornalista di FanPage, cercando di ostacolare le riprese. I due sono stati poi portati in questura accompagnati da cori che intonavano “giornalista terrorista”.
La Federazione Nazionale della Stampa chiede maggiore attenzione alle forze dell’ordine nei confronti degli operatori dell’informazione. La preoccupazione è tanta dal momento che è ormai assodato che i cortei degli ultimi tempi sono di natura tutt’altro che pacifica.
I CORTEI A MILANO E TRIESTE
Da quanto appare la marcia sembra rispettare il percorso stabilito dalla questura che prevede tappe delicate come piazza Duomo, il quartiere di Porta Romana e corso Buenos Aires. La protesta dovrebbe concludersi attorno alle ore 21, evitando luoghi sensibili come la Camera del Lavoro. La via tracciata dal questore Giuseppe Petronzi tuttavia è considerata “scorretta” secondo i manifestanti. Essi rivendicano il diritto di sfilare davanti alle sedi del quotidiano Libero, della Regione Lombardia e della sede dell’Università Statale, cosa che al momento pare che venga loro proibita. Staremo a vedere cosa accadrà.
In 8mila invece a Trieste, diventata ormai capitale italiana della protesta no green pass. Partito alle ore 15 da Piazza Libertà, il corteo ha richiesto circa 400 operatori dell’ordine, parte di questi in tenuta antisommosa. La prescrizione che obbligava i manifestanti a indossare mascherine e mantenere distanza di sicurezza non è stata rispettata. Fra i cori aumentano questa volta gli insulti alla redazione de Il Piccolo, quotidiano della città, che di recente si è schierato contro la natura violenta delle manifestazioni del capoluogo friulano.
Attorno alle 18 alcuni hanno cercato di sfondare la linea che impediva al corteo di attraversare Piazza Unità d’Italia, serrata fin dalle prime ore del mattino. Le guardie sono dovute intervenire spingendo la folla e agitando i manganelli.
La questura di Trieste ha reiterato le pene che verranno inflitte nel caso in cui non vengano rispettati gli accordi presi con i manifestanti. Questi possono raggiungere l’anno di reclusione oltre che una multa fino a 413 euro.
Il corteo che doveva interrompersi alle ore 18 non sembra essersi ancora placato. Ci si aspetta dunque un intervento della questura. Seguiranno notizie nei prossimi giorni.