New York, prima mostra retrospettiva su Kandinskij

DALL’8 OTTOBRE, PRESSO IL GUGGENHEIM MUSEUM DI NEW YORK, LA MOSTRA OFFRE UN’INTERPRETAZIONE DELLA CARRIERA DELL’ARTISTA, PARTENDO DAI PRIMI STUDI SUL COLORE PER ARRIVARE ALLE OPERE PIÙ RECENTI

Vasilij Kandinskij: Around the Circle”, presentata l’8 ottobre 2021 e aperta al pubblico fino al 5 settembre 2022, è considerata la prima mostra “retrospettiva” organizzata a New York sull’artista di origini russe. Composta da circa 80 dipinti, acquerelli e xilografie, si arricchisce anche di una selezione dei suoi libri illustrati, relativi ai primi anni vissuti dall’artista in Germania e in Russia, prendendo in considerazione il periodo di esilio trascorso in Francia.

COM’È ORGANIZZATA LA MOSTRA

La mostra offre una chiara interpretazione della carriera di Kandinskij in un’ottica differente dalle logiche comuni. Organizzata secondo una logica “decrescente” e non crescente, l’esperienza inizia dalla maturità del percorso artistico del pittore per risalire agli esordi, giungendo ai primissimi studi sul colore.

Installata nel rispetto della costruzione del museo, il quale segue il movimento di una rotonda spiralata che si trova all’interno della sezione centrale del museo, idem il percorso artistico ne segue l’indirizzo: vorticoso e circolare.

“La mostra è disposta in ordine cronologico inverso su tre rampe – ha precisato all’ANSA la curatrice Megan Fontanella – ossia si parte dall’ultimo periodo, quello parigino negli anni ’40, per poi passare alla fase del Bauhaus negli anni ’20 ed infine le prime opere realizzate agli inizi del XX secolo quando si trovava a Monaco”.

Proprio in quest’ultima fase l’artista incontra Franz Marc, pittore espressionista tedesco, e Paul Klee, pittore astrattista, grazie ai quali comincia a maturare quello stile unico nel suo genere di cui ormai è considerato il padre fondatore: l’astrattismo.

A differenza dei tratti tipici del periodo astratto, le opere dell’ultimo Kandinskij mostrano diversi elementi di pratiche culturali e folcloristiche della Russia e della Siberia. Un chiaro esempio rilevante è proprio l’opera “intorno al cerchio”.

La curatrice ha sottolineato come l’ultimo capitolo della vita e della produzione artistica di Kandinskij non devono essere considerati come un epilogo, bensì intesi come uno sguardo nuovo sulla sua pittura, il quale non va confuso con il precedente e che, di conseguenza, ci consente di far emergere nuovi dettagli. “Kandinskij – ha detto Fontanella – si è reinventato continuamente durante la sua vita e lo ha dimostrato anche nella sua ultima fase, quando ad esempio ha trasferito sulla tela le diverse possibilità espressive del colore, della linea e della forma ispirate in parte dalla musica contemporanea”.

ASTRATTISMO: COSA RAPPRESENTA

L’astrattismo, più che un movimento, è una corrente storico-artistica che nasce intorno ai primi anni del XX secolo. L’arte astratta è quella che non rappresenta la realtà, bensì crea svariate immagini le quali esprimono concetti attraverso la combinazione di forme, colori e linee.

L’origine è da ricercare nel simbolismo il quale evoca suoni, sensazioni ed emozioni senza necessariamente rappresentare la realtà per quello che era, ma inserendo immagini molto più vicine a sogni e incubi.

È proprio qui che l’astrattismo parte, semplificandone ancora di più l’immagine, fino a renderla irriconoscibile. I colori e le forme sono difficilmente comprensibili senza una chiara spiegazione.

COS’È L’ASTRATTISMO E QUANDO NASCE

Considerata una delle correnti artistiche più importanti e rilevanti, dichiara espressamente che l’arte non deve imitare la realtà. L’astrattismo è un punto di arrivo, preceduto da un lento e progressivo percorso attraverso il quale nell’immagine spariscono i riferimenti alla realtà. In sostanza, un’opera appartenente all’astrattismo cerca e trova forme ed immagini del tutto nuove e differenti da quelle reali, al fine di esprimere l’io interiore dell’artista.

L’astrattismo nasce nel XX secolo, circa il 1910, quando il pittore russo Vasilij Kandinskij dipinge il suo primo acquerello, considerata la prima opera astratta della storia dell’arte, conservato tutt’ora presso il Centre Pompidou di Parigi. L’opera non ha un titolo e si presenta come una serie di macchine di colore che esprimono generica sensazione di leggerezza e movimento.

Proprio da questo momento, l’astrattismo comincia a diventare un mezzo necessario per liberare la propria fantasia, senza vicoli e convenzioni tipiche delle norme artistiche.

I DUE VOLTI DELL’ASTRATTISMO: VASILIJ KANDINSKIJ E PAUL KLEE

Due volti, due tecniche, due astrattisti: cosa li rende simili ma diversi questi due pilastri della storia dell’arte del XX secolo?

Se la prima opera astratta è imputabile a Kandinskij, impossibile è negarne l’autorità anche per quanto riguarda gli aspetti teorici della corrente; infatti, ne è il primo teorico fondatore.

Nel 1911, insieme a Franz Marc, fonda a Monaco di Baviera il gruppo denominato “Il Cavaliere azzurro”, conosciuto come “Der Blaue Reiter”, al quale aderiscono molteplici pittori. Una decina d’anni dopo, viene pubblicato il saggio di Kandinskij “Punto, linea, superficie”, dove definisce la “grammatica” e la “sintassi” del linguaggio visivo. È importante sottolineare quanto questo saggio sia stato punto di riferimento e di partenza per le avanguardie del ‘900.

I soggetti principali delle prime opere di Kandinskij sono paesaggi naturali che, progressivamente diventano sempre più astratti, il cui significato si amalgama ed è dato dal colore e dalla forma rappresentata. L’artista arriva così ad opere puramente astratte, fatte di forme geometriche e colori che si combinano senza possibilità di significato “apparente”.

A differenza di Kandinskij, le opere di Paul Klee non sono mai totalmente separate dalla realtà: difatti nelle sue opere rimangono sempre degli elementi concreti e riconoscibili. Nei suoi paesaggi si intravedono chiaramente strade, campi e a livello prospettico sono rilevabili profondità e geometrie dello spazio.

“Il colore è un mezzo di esercitare sull’anima un’influenza diretta. Il colore è un tasto, l’occhio il martelletto che lo colpisce, l’anima lo strumento dalle mille corde”: è così che Kandinskij definisce l’arte astratta, come un mezzo che tocca l’anima e ne risuona all’interno, creando sentimenti ed emozioni, ricordi e memorie.