Netflix ha subito un pesante crollo a Wall Street. Il gigante dello streaming ha infatti registrato il primo calo di abbonati dopo 10 anni. Ciò lo ha costretto a cedere il 35% dopo aver subito un abbassamento del 40%. Queste percentuali sono dovute a una perdita di 200.00 abbonati nel primo trimestre di quest’anno, facendo scendere gli abbonamenti totali a 221.6 milioni. Secondo l’azienda si prevedono cali sempre peggiori, considerando anche la discesa di un utile che è calato a 1.6 miliardi.
Per Netflix il crollo in atto è dovuto a molteplici questioni. In primis si punta il dito contro i 100 milioni di soggetti che, grazie alla condivisione multipla delle password, non pagano l’abbonamento. L’azienda ha infatti dichiarato di ritenere questo fenomeno la principale causa del crollo di nuovi abbonati. Le altre motivazioni sarebbero da ricercare nella sospensione del servizio in Russia, a causa della guerra, e l’uscita dalla pandemia Covid. Durante quest’ultima, moltissime persone, costrette in casa, hanno richiesto numerosi abbonamenti. La fine della crisi ha portato l’effetto opposto, dal momento che molte persone non hanno più motivo di rimanere spesso in casa.
Ovviamente non mancheranno i tentativi di risalita da parte della società. Secondo Reed Hastings, fondatore di Netflix, starebbero valutando l’ipotesi di inserire pubblicità durante la visione dei contenuti. Al contempo però verrebbero abbassati i prezzi di ogni abbonamento. Ciò andrebbe contro l’originale politica di Netflix, ma Hastings ha spiegato così le motivazioni di questo cambiamento: “Chi ha seguito le vicende di Netflix sa che sono sempre stato contro la pubblicità e un grande fan della semplicità degli abbonamenti. Ma per quanto io sia un fan di questa soluzione, sono ancora più fan delle scelte del consumatore. E permettere ai consumatori, che vorrebbero avere un prezzo più basso e sono tolleranti alla pubblicità, di ottenere ciò che vogliono, ha molto senso”.