Secondo delle e-mail ottenute in via esclusiva dal Washington Post, la società madre di Facebook, Meta, starebbe pagando una delle più grandi società di consulenza repubblicana per orchestrare una campagna nazionale che cerca di mettere il grande pubblico contro TikTok, l’app della cinese ByteDance.
Meta VS TikTok: ecco il motivo
Meta vuole risolvere, da quanto fatto trapelare nei Facebook Papers pubblicati da un ex dipendente, il problema del tempo passato dagli adolescenti su TikTok. Esso, infatti, sembra essere dalle due alle tre volte superiore rispetto a quello trascorso su Instagram.
La soluzione adottata da Meta è stata assumere una compagnia chiamata “Targeted Victory” che mira alla sensibilità dei genitori. Ciò avviene tramite l’inserimento di articoli e lettere nei principali organi di stampa regionali, con la promozione di storie su presunte tendenze di TikTok, come la diffusione di challenge virali.
Questa rappresenta la spinta per attirare giornalisti e politici locali facendo leva, non solo sui livelli di sicurezza del social, ma sui pericoli che TikTok stesso rappresenta per i giovani.
Il Washington Post evidenzia che le varie challenge citate in questa campagna non erano nate su TikTok, ma sulle piattaforme di Meta. Alcune addirittura totalmente inventate. Come la “Slap a teacher challenge”, tendenza mai esistita ma popolarizzata da comitati di genitori preoccupati dalla situazione.
Facebook paid GOP firm to malign TikTok https://t.co/kFO01yLGNc
— The Washington Post (@washingtonpost) March 30, 2022
I risultati non si sono fatti attendere. Si registra sul territorio un incremento sostanziale delle inchieste e delle lettere dei genitori alle varie redazioni. Senza escludere le molteplici azioni dei tribunali dei vari stati per far chiarezza sull’influenza che ha TikTok sugli adolescenti.
Questo atteggiamento non è una novità per Meta. Già nel 2018, infatti, fece la stessa cosa con un’agenzia chiamata Definers public affairs, ai danni delle big del settore tecnologico come Apple e Google per allontanare lo scandalo creato in quello stesso periodo da Cambridge Analytics.
Ma cosa spinge Meta a comportarsi in questo modo?
Sicuramente TikTok è un competitor cresciuto molto velocemente per essere inglobato subito dalla famiglia di Facebook. Con queste azioni emerge sempre di più un enorme problema di competizione nel settore del digitale, dominato da aziende che hanno a disposizione milioni da poter devolvere in campagne diffamatorie.
La soluzione al problema si potrebbe trovare nell’intervento dell’autorità degli stati che potrebbero impedire ai big di controllare tutto il mercato.