In Italia, estate, percezione uditiva a parte, fa rima con siccità. E se l’acqua già scarseggia per le conseguenze del cambiamento climatico, quella poca prelevata non arriva nemmeno tutta ai nostri rubinetti.
I numeri del fenomeno
Secondo i dati Istat, negli anni la quantità di acqua erogata a livello pro capite è diminuita, mentre le perdite che si verificano durante la distribuzione sono aumentate. La dispersione idrica in Italia nel 2020 ha causato uno spreco del 42,2% dell’acqua potabile prelevata, con picchi nel Mezzogiorno. Tra le cause, la gestione frammentata e inefficiente di infrastrutture e risorse.
L’acqua potabile che viene prelevata e passa nelle reti comunali non arriva interamente ai nostri rubinetti. Una dispersione fisiologica dovrebbe aggirarsi intorno al 5-10%, mentre invece in Italia la situazione è nettamente peggiore. Ma quali sono le cause?
Cause e conseguenze
La fuoriuscita dai sistemi di distribuzione è dovuta alla scarsa manutenzione degli impianti, che non sempre vengono riparati in caso di corrosione, difetti o rottura delle tubazioni.
“La quantità di acqua dispersa in rete continua a rappresentare un volume cospicuo, 157 litri al giorno per abitante. Il volume di acqua disperso nel 2020 soddisferebbe le esigenze idriche di oltre 43 milioni di persone per un intero anno”.
Simona Ramberti, della direzione generale statistiche ambientali e territoriali Istat
In un comune italiano su quattro viene dispersa oltre la metà dell’acqua distribuita. In nove regioni le perdite idriche totali sono superiori al 45%, e quelle maggiormente interessate al fenomeno si trovano al Sud.
La riduzione della quantità di acqua potabile disponibile per l’uso quotidiano è aggravata dai razionamenti che da qualche estate non mancano nelle regioni più interessate al fenomeno della siccità. Lo stato della gestione dell’acqua potabile è una problematica rilevante, fino al punto che 900 milioni di euro sono stati stanziati nel Pnrr per dare impulso al relativo efficientamento, che rientra anche tra gli obiettivi di sviluppo sostenibile previsti dall’Agenda Onu 2030.