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Matrimoni e divorzi in calo: una statistica da tenere d’occhio

Complice la pandemia, il numero assoluto di celebrazioni è drasticamente calato rispetto ai precedenti, portando l’ammontare di matrimoni intorno a 97mila. Nel 2019, anno pre-Covid, sono stati conteggiati oltre 184mila matrimoni – circa 87mila in più rispetto al 2020 – insieme a 85mila divorzi.

Festeggiare un evento come il matrimonio è così importante nella cultura della penisola mediterranea che adattarsi alle linee guida del governo, in continuo cambiamento, ha scoraggiato gli aspiranti sposi italiani.

Come i giovani influiscono sul numero di matrimoni

Secondo l’ISTAT, rispetto ai dati del 2014, la propensione a sposarsi per la prima volta scende del 9,5% per gli uomini di età compresa tra i 16 ed i 34 anni. Per le donne, della stessa fascia d’età, fino al 7,8%.

Tale dato dimostra come non solo non sia presente nell’immaginario dei giovani italiani l’idea di sposarsi in maniera precoce, ma che le possibilità, in media, che ciò avvenga non sono così alte.

In tempi recenti è stato varato dal governo Draghi il Bonus prima casa, volto ad aumentare le possibilità di accesso ai mutui a tanti giovani. Ciò permette alle coppie di poter muovere i primi passi verso la costituzione di una propria famiglia.

Sebbene secondo i dati provvisori dei primi nove mesi del 2021 i matrimoni siano raddoppiati rispetto allo stesso periodo del 2020, misure come il Bonus prima casa potrebbero risultare insufficienti.

Sono necessari interventi diretti ad influire sull’età media entro la quale si ottiene un lavoro stabile. Attualmente, i giovani italiani si approcciano al mondo del lavoro mediamente a 24 anni, per quanto riguarda gli uomini, e 26.2 per le donne. In ritardo di circa 4 anni rispetto alla media dei coetanei inglesi. Ciò allunga di molto i tempi per la propria indipendenza economica.

Anche i divorzi sono in calo dall’emergenza sanitaria

Nonostante la concezione di matrimonio possa cambiare seguendo nuovi costrutti sociali e dando maggiore consapevolezza sul possibile conseguente divorzio, le vere determinanti dei loro andamenti rimangono le migliorie del processo burocratico.

L’exploit di separazioni vi è stato nel 2015, al momento dell’entrata in vigore della legge sul divorzio breve. Essa ha accorciato da tre anni a sei mesi il periodo fra separazione e divorzio. Preceduta dalla legge del 2014 mirata a rendere, come la successiva, l’iter burocratico più veloce e meno oneroso.

Da quel momento le separazioni si sono mantenute su una media costante, colpita unicamente nel periodo di emergenza a causa della chiusura di tribunali ed uffici.