delfini e balene morti in spiaggia

Massacro di delfini alle isole Faroe, duri gli ambientalisti

Domenica scorsa alle isole Faroe è avvenuto un massacro di oltre 1500 delfini nel corso della tradizionale caccia che ha luogo da secoli. Hanno fatto il giro del web le foto scattate sulle spiagge di Skalabotnur a Eysturoy, che ritraggono i corpi senza vita dei delfini e il mare color rosso sangue. Dura la reazione delle organizzazioni ambientaliste e di alcuni gruppi locali che hanno assistito al massacro.

La cosiddetta Grindadrap, è questo il nome della tradizionale pratica, consiste nel trascinare i mammiferi aquatici a riva, in particolare delfini e balene, e poi massacrarli con coltelli e armi da taglio. Secondo dati diffusi dalla BBC, ogni anno vengono uccisi circa 600 balene e 35-40 delfini. Il massacro avvenuto domenica scorsa è senza precedenti, e tra le armi usate si trovano arpioni e trapani elettrici. “È stato un grande errore“, ha ammesso il presidente dell’Associazione balenieri delle isole, Olavur Sjurdarberg. Secondo la stampa del posto, la popolazione ha reagito con “smarrimento e shock a causa del numero straordinariamente grande di delfini uccisi“.

La pratica è approvata dalle autorità faroesi, ma non dalla Commissione internazionale per la caccia alle balene. Un sondaggio effettuato dalla tv pubblica Kringvarp Foroya ha infatti rivelato dati sconcertanti. Il 50% delle persone è contraria alla caccia dei delfini, ma l’80% di essa resta favorevole a quella delle balene.

Il gruppo ambientalista Blue Planet Society ha definito la caccia “un massacro” e ha invitato la Danimarca e l’Unione Europea ad agire per “salvare i delfini protetti da questi abitanti completamente irresponsabili delle Isole Faroe“. Uno dei volontari dell’organizzazione ha creato una petizione online per fermare la caccia di delfini e piccole balene che ha già raggiunto più di 500.000 firme.