Draghi

Mario Draghi e crisi di governo: gli eventi della giornata di mercoledì 20 luglio

Nella giornata di ieri, le forze politiche si sono raccolte in Senato per ascoltare le parole del Premier Mario Draghi. Tutto ciò ad una settimana di distanza dalle dimissioni rassegnate e poi respinte da Sergio Mattarella.

Per Mario Draghi una scelta sofferta ma dovuta dalla natura dell’impegno politico

Sebbene diverse fonti dessero come probabile il possibile avvicinamento tra Draghi ed i grillini, la situazione ha preso un risvolto diverso. Nonostante il Premier abbia citato temi cari ai pentastellati come reddito di cittadinanza e salario minimo, non è stata fatta nessuna concessione.

Vi è stata, inoltre, una ripresa non troppo implicita sull’affievolimento dell’impegno politico preso sia dai 5 Stelle e sia dalla Lega. Secondo l’ex direttore della Banca Centrale D’Europa, l’efficienza del Governo verrebbe meno con la presenza di continui ultimatum posti dalle forze politiche della maggioranza. Motivo per il quale situazioni come le concessioni balneari e le proteste dei tassisti sono prontamente rimandate.

Il centrodestra si è successivamente riunito a Villa Grande, evidentemente innervosito per il rimprovero di Draghi, per decidere se confermare la fiducia oppure approfittare della crisi aperta dal MoVimento 5 Stelle capitalizzando le stime dei recenti sondaggi nel voto anticipato ad ottobre.

Un pomeriggio di fuoco per grillini e un centrodestra capace di affossare il governo

Nella ripresa della seduta pomeridiana, Mario Draghi ha replicato agli interventi fatti dai senatori. Risponde in primis alle parole via social della leader di Fratelli D’Italia Giorgia Meloni che lo aveva criticato per una presunta richiesta di ‘pieni poteri’. Ribadisce la sua totale appartenenza al sistema democratico parlamentare. Nel corso dell’intervento che, seppur breve, ha fatto trasparire la frustrazione per le accuse ricevute sia dalla maggioranza che dall’opposizione, la motivazione che avrebbe portato il Governo a non pronunciarsi in merito a questioni sociali dipenderebbe proprio dalla natura di ‘alto profilo‘ dell’esecutivo.

I toni più aspri sono confronti dell’intervento del senatore grillino Ettore Licheri. Ribadisce, infatti, come occorra ricalibrare strumenti come reddito di cittadinanza e superbonus – la cui situazione di disagio vede in coloro che ne hanno definito la struttura i colpevoli.

Il resoconto del quadro politico

Il livore delle dichiarazioni di voto è esplicativo del clima teso in Senato.

L’intervento della grillina Maria Domenica Castellone ha confermato le uscite della settimana precedente. Il discorso del leghista Stefano Candiani ha avuto un’impostazione da campagna elettorale davanti ad un Draghi in evidente appanno ed ormai prossimo alle dimissioni.

La scelta del centrodestra di forzare lo scioglimento delle Camere, astenendosi sulla risoluzione governista di Pier Ferdinando Casini, così come i 5 Stelle, potrebbe risultare un’arma a doppio taglio.

Sebbene la coalizione di centrodestra acquisterebbe un grande vantaggio con le elezioni anticipate, condividere la colpa della caduta dell’esecutivo non solo lede la reputazione dei partiti stessi, ma impantana il Parlamento in questioni tecniche e professionalmente poco dignitose come il rischio di non avere il numero legale per la votazione in Senato.