Il Louvre restituirà all’Italia sette reperti archeologici trafugati

È stato annunciato che sette reperti archeologici, trafugati ed esportati illegalmente in Francia, faranno ritorno in Italia dal Louvre. Questo risultato è stato ottenuto grazie alle indagini sugli archivi di trafficanti e mercanti d’arte effettuate da due archeologi romani, i quali hanno poi condiviso le loro informazioni con le autorità italiane.

Tra i preziosi reperti che verranno restituiti all’Italia, c’è un’anfora a sfondo nero risalente al V secolo e attribuita al “Pittore di Berlino”, un artista delle ceramiche elleniche mai identificato ma considerato un maestro indiscusso. Altri reperti includono il Vaso antico del Pittore di Ixion, datato intorno al 330 a.C., firmato dal pittore di Antiménès e ornato con scene mitologiche, e un paio di nereidi, ninfe del mare, originarie delle Puglie.

Questi reperti sono attualmente esposti nella galleria Campana del Louvre, ma presto torneranno in Italia per essere ricollocati nelle loro sedi originali e custoditi come patrimonio culturale del paese. La restituzione dei reperti trafugati rappresenta un importante passo verso la tutela e la conservazione del patrimonio storico e artistico dell’Italia.

Per Laurence des Cars, critica d’arte e presidente del museo, queste opere dalla dubbia provenienza “sono una macchia sulle collezioni del Louvre“, che ha ora avviato un’istruttoria per determinare con certezza il percorso di queste opere.

Secondo quanto riportato da Repubblica, tutte le opere interessate sono state vendute al Louvre nel 1985 da un mercante italiano controverso di nome Gianfranco Becchina. Gli studiosi, dopo aver individuato alcune irregolarità riguardanti il percorso di queste opere, hanno deciso di condividere le loro informazioni con le autorità.

Già nel 2018 era stata presentata una prima domanda di restituzione delle opere al Louvre, ma questa richiesta era stata ignorata. Questo potrebbe essere stato influenzato anche dall’ex presidente del museo, Jean-Luc Martinez, un archeologo che era stato coinvolto in un’indagine riguardante un vasto traffico di antichità provenienti dall’Egitto.

Tuttavia, con la nuova presidente del museo e le nuove domande presentate, qualcosa si è finalmente mosso riguardo alla restituzione delle opere.