Sri Lanka

Lo Sri Lanka ha dichiarato bancarotta: che cosa sta succedendo

Fino al 2019 lo Sri Lanka registrava il secondo PIL Pro capite più alto dell’Asia meridionale, preceduto unicamente dalle Maldive. Questo slancio economico è stato il risultato di politiche di indebitamento aggressive portate avanti tra il 2005 e il 2015 e prevedevano la creazione di un imponente welfare state, oltre alla costruzione di numerose infrastrutture. Nonostante gli ingenti investimenti, in questi anni lo Stato ha dovuto fronteggiare un’imponente corruzione, affiancata da nepotismo e gestione autoritaria del potere: tutto ciò ha minato le casse statali e la stabilità economica.

Il Covid e la crisi alimentare

Con l’arrivo della pandemia da Covid-19, lo Sri Lanka, impreparato a shock economici del genere, ha dovuto fronteggiare l’arresto del turismo che è passato dal valere oltre il 10% del Pil nel 2019 al 3.1% nel 2021. Nel tentativo di contenere le perdite, l’amministrazione Rajapaksa ha operato una ‘riconversione biologica’ del sistema agricolo, vietando l’utilizzo di pesticidi sull’intero territorio nazionale. Questa rivoluzione agricola, sebbene abbia favorito un risparmio iniziale, ha poi comportato il dimezzamento delle colture principali srilankesi, riducendo l’export di tè e spezie, aumentando al contempo il prezzo dei beni alimentari.

Sri Lanka in bancarotta

Il 2022 si è aperto con un’economia in picchiata, oltre ad un’inflazione galoppante al 21% annuo. Con questi presupposti, a marzo il Paese non è riuscito a restituire i 78 milioni di dollari di interessi sul proprio debito, non potendo quindi più ricevere beni di prima necessità come cibo, carburante e farmaci dai Paesi vicini. Nei mesi successivi, con l’impossibilità di pagare ulteriori debiti, la Banca Centrale ha dovuto dichiarare bancarotta.

Il crollo del Governo

Il mese di luglio, dopo mesi di indigenza da parte della popolazione, ha visto diverse ondate di proteste pacifiche estremamente partecipate, tanto da spingere il Presidente Gotabhaya Rajapaksa alla fuga verso le Maldive, poco prima che i manifestanti occupassero la sua residenza nel tentativo di destituirlo.

Nei giorni seguenti il Primo Ministro ha nominato Ranil Wickremesinghe, estremamente vicino alla famiglia Rajapaksa, nuovo Presidente ad interim. Questa decisione ha acuito ulteriormente le proteste, spingendo il Governo ad istituire il coprifuoco e il terzo stato di emergenza dall’inizio delle proteste.