Livigno, unico comune italiano dove la benzina costa solo 1,36 euro al litro

Un Mentre tutta l’Italia si trova a combattere con il vertiginoso aumento del prezzo del carburante, con la benzina che è arrivata sopra i 2€ al litro ( 2,096 la media attuale), c’è un comune di poco più di 6mila abitanti in Lombardia che sta affrontando con molta più serenità questa problematica.

Stiamo parlando di Livigno, in provincia di Sondrio, rinomata località sciistica che rappresenta una serie di particolarità a livello geografico e tributario. Il paese si snoda lungo la strada che percorre per oltre 15 km l’intera valle attraversata dal torrente Aqua Granda che convoglia le proprie acque verso l’Inn e da questo al Danubio per finire nel Mar Nero. Livigno è quindi uno dei comuni italiani non appartenenti alla regione geografica italiana.

Ma soprattutto è un paese che gode dello status di zona extradoganale. A Livigno quindi non si pagano né l’Iva né le accise, le imposte indirette che gravano sul carburante e su altri beni (ad esempio tabacco e alcolici) e che fanno crescere il costo della benzina. Al momento secondo il sito Osservaprezzi del Mise nei distributori di Livigno la benzina costa 1,36 euro al litro e il diesel 1,25 euro al litro, prezzi nettamente più contenuti rispetto al resto d’Italia, anche se comunque superiori rispetto a poche settimane fa.

Il prezzo del carburante di Livigno sarebbe quello che tutti gli italiani potrebbero pagare se solo non fossero presenti le accise e l’IVA che fanno notevolmente aumentare il costo. Infatti, secondo una nota diffusa dal ministero della Transizione ecologica lo scorso 28 febbraio, le accise costituiscono il 57% del prezzo finale.

COSA E QUALI SONO LE ACCISE ?
L’accisa è una imposta sulla fabbricazione e vendita di prodotti di consumo, in altre parole è una tassa. In totale sono presenti 19 accise sul carburante, la cui somma ammonta a 0,7284 euro/litro per la benzina e 0,6174 euro/litro per il diesel ( Rilevazione del 07/03/2022 da parte del MISE )

Ecco la lista delle 19 accise con le originarie motivazioni (da Wikipedia):

– Guerra d’Etiopia del 1935-1936: 1,90 lire (0,000981 euro);

– Crisi di Suez del 1956: 14 lire (0,00723 euro);

– Ricostruzione dopo il disastro del Vajont del 1963: 10 lire (0,00516 euro);

– Ricostruzione dopo l’alluvione di Firenze del 1966: 10 lire (0,00516 euro);

– la Ricostruzione dopo il terremoto del Belice del 1968: 10 lire (0,00516 euro);

– Ricostruzione dopo il terremoto del Friuli del 1976: 99 lire (0,0511 euro);

– Ricostruzione dopo il terremoto dell’Irpinia del 1980: 75 lire (0,0387 euro);

– Missione ONU durante la guerra del Libano del 1982: 205 lire (0,106 euro);

– Missione ONU durante la guerra in Bosnia del 1995: 22 lire (0,0114 euro);

– Rinnovo del contratto degli autoferrotranvieri del 2004: 0,02 euro;

– Acquisto di autobus ecologici nel 2005: 0,005 euro;

– Emergenza terremoto in Abruzzo del 2009: 0,0051 euro;

– Finanziamento alla cultura nel 2011: da 0,0071 a 0,0055 euro;

– Gestione immigrati dopo la crisi libica del 2011: 0,04 euro;

– Emergenza alluvione Liguria e Toscana del novembre 2011: 0,0089 euro;

– Decreto ‘Salva Italia’ del dicembre 2011: 0,082 euro (0,113 sul diesel);

– Emergenza terremoti dell’Emilia del 2012: 0,024 euro;

– Finanziamento del ‘Bonus gestori’ e riduzione delle tasse ai terremotati dell’Abruzzo: 0,005 euro;

– Spese del ‘decreto Fare’ del 2014: 0,0024 euro.

Nel frattempo il presidente del Codacons, Carlo Rienzi, ha chiesto che l’Iva venga sospesa fino al termine dell’emergenza energetica e che vengano inoltre ridotte le accise. Attualmente si sta discutendo nelle Commissioni parlamentari della riduzione dell’IVA, che secondo l’associazione ridurrebbero i prezzi dai distributori di soli 10 centesimi al litro.

 

fonte immagine: Ministero dello Sviluppo Economico