Il mondo fantasma del lavoro nero
C’è una parte d’Italia che lavora ma non è del tutto osservabile, uno spicchio del Paese di cui non si trova facilmente traccia: la cosiddetta ‘economia sommersa‘, fatta da tutte quelle attività economiche che sfuggono all’attività statistica. Di questo mondo fantasma fa parte il lavoro nero, cioè una qualsiasi assunzione o attività che non viene comunicata al Centro per l’impiego, con ogni conseguenza sotto il profilo retributivo, contributivo e fiscale. Insomma, di questo si parla quando non vi è un regolare contratto di lavoro che per legge deve essere comunicato entro le 24 ore precedenti dall’inizio delle mansioni.
Le sanzioni per l’impiego di lavoro nero partono da un minimo di 1800 euro fino ad un massimo di 43.200 euro in base ai giorni di impiego irregolare. Le cifre aumentano poi del 20% nel caso di lavoratori stranieri, minorenni e percettori del Reddito di Cittadinanza.
Il costo del lavoro nero in Italia
In Italia sono numerose le persone che percepiscono lo stipendio in maniera illecita e a denunciarne il caso è uno studio di Confartigianato che lancia l’allarme sulla minaccia del sommerso. Un giro di affari che vale 202.9 miliardi di euro e rappresenta l’11,3% del PIL nazionale: dati importanti che spingono il lavoro non in regola ad essere il terzo settore più numeroso in Italia, preceduto solo dai servizi e da quello manifatturiero. Le analisi di Confartigianato sottolineano come la mancanza di regole produca danni ingenti alle imprese e alle casse dello Stato.
La distribuzione sul territorio italiano
Nessuna regione italiana è esente dalla piaga dell’abusivismo lavorativo, ma il Sud si attesta il record negativo con il tasso di lavoro irregolare sull’occupazione totale pari al 17,5%; seguono il Centro-Nord al 10,7% e il Nord-Est al 9,2%. Medaglia d’oro – in negativo – per la Calabria, dove il 21,5% degli abitanti della regione non è regolare, seguita da Campania (18,5%), Sicilia (18,5%), Puglia (15,9%), Molise (15,8%) e Sardegna (15,3%). Fanalino di coda la Provincia autonoma di Bolzano, che registra un 8,4% di irregolari sul totale dei lavoratori.
Sono invece 1 milione gli imprenditori abusivi che si spacciano per tali: il 14% dei lavoratori indipendenti, concentrati maggiormente nel Nord; solo in Lombardia il lavoro nero ne ‘assume’ 130.800 e nella provincia di Milano 47.400. Ancora – secondo Confartigianato – i maggiori rischi di infiltrazione abusiva sono ai danni di 587.523 imprese artigiane, soprattutto nei settori dell’edilizia, dell’acconciatura, dell’impiantistica, del trasporto taxi, della cura del verde, della comunicazione e dei traslochi.
La risposta del governo
Con il Decreto PNRR 2 il governo si impegna a contrastare il fenomeno del lavoro irregolare, istituendo uno strumento specifico: il Portale Nazionale del Sommerso. Il PNS andrà infatti a sostituire e ad integrare le banche dati già esistenti costituendone una unica e accessibile a tutti gli organismi che effettuano attività di vigilanza dell’impiego irregolare come INAIL e INPS. L’applicativo sarà presto operativo, come ha riferito il Ministro del Lavoro Andrea Orlando.