La situazione in Europa e nel mondo
Negli ultimi 20 anni, secondo i dati di Global Forest Watch, gli incendi nel mondo hanno ridotto in cenere 9 milioni di ettari di alberi, paragonabili alla superficie del Portogallo. Non solo: i roghi hanno liberato la C02 trattenuta dal terreno che, agendo nell’aria, incrementa gli effetti del riscaldamento globale.
La situazione è critica in ogni continente: negli Stati Uniti si sono verificati oltre 35.000 roghi che hanno interessato lo stato dell’Alaska e il Parco nazionale di Yosemite. In Siberia e in Canada è avvenuto un aumento del 32% degli incendi rispetto allo scorso anno, mentre in Amazzonia questi vengono inesorabilmente aggravati dal disboscamento. Quest’ultima attività, riducendo l’umidità nell’area, incrementa la probabilità di roghi devastanti. In Europa, alcune nazioni, tra cui il Portogallo, hanno richiesto l’attivazione del protocollo UE per l’assistenza anti-fiamme. Quest’ultimo permette un intervento congiunto di diversi Stati nella lotta al fuoco.
Piromani: il danno oltre la beffa
Nel nostro Paese il 60% dei roghi è di origine dolosa. Complice la siccità, che negli anni ha reso il terreno molto più vulnerabile alle fiamme, si creano roghi sempre più vasti e difficili da domare: quest’anno l’aumento è del 170% rispetto al 2021.
Nell’intera penisola, dall’inizio del 2022 sono andati in fumo oltre 30 mila ettari di verde – paragonabili a 40.000 campi di calcio – colpendo duramente Toscana, Puglia, Sardegna e l’area metropolitana di Roma. Tutte queste zone torneranno alla situazione precedente agli incendi soltanto tra 15 anni.
Le prospettive future
Alla fine dell’anno scorso si è tenuta la Cop26, conferenza ONU dedicata alla lotta ai cambiamenti climatici. L’incontro ha definito alcune linee di azione da portare avanti finto all’azzeramento delle emissioni globali nette, previsto per il 2050.
Tra i punti più urgenti figura l’implementazione di sistemi di allerta e difesa per la salvaguardia degli ecosistemi. Per l’Unione Europea, per il momento, tale misura si concretizzerà nell’acquisto, entro il 2026, di 12 nuovi velivoli anti-incendio.
