Il film “La scuola cattolica” di Stefano Mordini ripercorre tutti i fatti avvenuti durante il massacro del Circeo. È vietato ai minori di 18 anni, e si trova nelle sale italiane già dal 7 ottobre. Questa pellicola è stata presentata alla Mostra del Cinema di Venezia, con il divieto di visione posto inizialmente ai minori di 14 anni, per le tematiche come la sessualità, il rapporto conflittuale tra genitori e figli e, soprattutto, la violenza sessuale. Queste tematiche vengono affrontate all’interno del lungometraggio sia attraverso scene velate e difficili da cogliere, sia con scene abbastanza esplicite e prive di filtri.
Il massacro del Circeo
Il film ripercorre le atrocità subite da Rosaria Lopez e Donatella Colasanti, due ragazze di 19 e 17 anni, che furono rapite, torturate e stuprate nella notte tra il 29 e il 30 settembre del 1975. Questa tragica vicenda portò alla morte di Rosaria, mentre la più giovane delle ragazze, venne soccorsa e riuscì a salvarsi fingendosi morta. L’insegnamento principale che collega l’omonimo romanzo, da cui il film prende spunto con la pellicola di Mordini, è quello di sfatare i miti comuni di chi proviene da “buona famiglia” o frequenta un istituto d’élite.
La polemica sulla censura
La polemica è nata nel momento in cui il limite di età concesso per la visione è stato spostato da 14 a 18 anni. Tutto questo ha scatenato un dibatto acceso: i familiari delle vittime e l’autore del romanzo, Edoardo Albinati, hanno gridato alla censura, in riferimento al fallimento dell’opera del Ministro Franceschini contro il vecchio metodo di Revisione Cinematografica applicato nell’aprile 2021.
Incomprensibile la censura. Il film è dalla parte delle vittime
Stefano Mordini, il regista
Il divieto è scaturito principalmente da un’interpretazione di una scena appartenente al film, nella quale la Commissione per la Revisione Cinematografica ha intravisto una sorta di uguaglianza tra la vittima e il carnefice che può essere considerata una morale manipolatrice, con il rischio di deviare la mente di un minorenne, ritenuta incapace di un personale pensiero critico.
Al contrario, il programmatore di RaiMovie, nonché blogger e membro della Commissione, Alberto Farina, si discosta completamente dalla visione dei suoi colleghi, ritenendo la medesima sequenza come il diritto e il dovere di scegliere fra il bene e il male.
I risvolti nella società
Per ogni film vi sono diverse interpretazioni sulla possibile morale, tutto dipende dal background culturale dello spettatore.
Istruire le nuove generazioni su eventi realmente accaduti è estremamente rilevante per tutti gli adolescenti che affrontano una scuola superiore e che presto o tardi dovranno affacciarsi al mondo ‘reale’.
Il pericolo e le tentazioni sono vicine ai giovani, basti pensare alle protagoniste del film che sono state coinvolte da questa tragedia a soli 17 e 19 anni, prive di alcun tipo di preparazione o esperienza.
Pubblicizzare e rendere possibile la visione di questo film ad adolescenti di un’età compresa tra i 15 e i 17 anni potrebbe essere un tassello fondamentale per incrementare il pensiero critico delle nuove generazioni.
Potrà il nuovo metodo di critica, portato dal Ministro Franceschini, aprire le porte ai giovani anche per questo genere di pellicole?