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La pirateria editoriale: un fenomeno che costa milioni di euro e numerosi posti di lavoro

Nell’anno della pandemia è cresciuto in Italia il fenomeno della pirateria di libri stampati, ebook e audiolibri.
La perdita è di 1,88 miliardi e per il fisco 322 milioni ogni anno.

Dopo la prima edizione del 2019, Ipsos presentata la nuova ricerca il 29 marzo 2022 durante un incontro organizzato da Gli Editori – l’accordo di consultazione tra AIE e la Federazione Italiana Editori Giornali (FIEG). La ricerca dimostra che oltre un italiano su tre (il 35% della popolazione sopra i 15 anni) ha compiuto almeno un atto di pirateria editoriale nell’ultimo anno.

I dati Ipsos

Nello specifico, il 23% ha scaricato gratuitamente almeno una volta un ebook o audiolibro da siti o fonti illegali su Internet. Il 17% ha ricevuto da amici o familiari almeno un ebook. Il 7% ha ricevuto da amici o conoscenti almeno un libro fotocopiato. Il 6% ha ricevuto da amici un abbonamento o codici di accesso per usufruire di ebook e audiolibri ed il 5% ha acquistato almeno un libro fotocopiato.

Quest’ultima è una pratica molto diffusa tra gli studenti universitari, infatti il picco si registrata proprio tra questi.
Infine, la triste contabilità della ricerca indica 322mila gli atti di pirateria al giorno nel 2021: in crescita del 5% rispetto al 2019.

La pirateria è un problema culturale e di legalità insieme. E’ necessario un enorme sforzo di responsabilizzazione nei confronti di tutti i cittadini: da un lato rafforzare le campagne di sensibilizzazione, dall’altro trovare il modo di informare tempestivamente chi scarica illegalmente contenuti culturali che tale condotta è perseguibile e sanzionabile.

Queste le parole del Presidente AIE (Associazione editori di libri) Riccardo Franco Levi.

In Italia, spesso, non abbiamo l’idea che il principio di legge vada rispettato in quanto tale. Lo si rispetta solo perché altrimenti ci spetta una sanzione.
Sanzione che, per chi compie il reato di pirateria, è molto difficile da comminare per le difficoltà di individuare i responsabili. In molti casi sarà comunque piuttosto lieve.

La pirateria toglie dignità a chi lavora

Molto interessante l’intervento di Stefania Auci, insegnate e autrice dei best seller “I leoni di Sicilia” e “L’inverno dei leoni”. Commentando i risultati dell’indagine AIE – FIEG, afferma:

Molto spesso l’idea di chi parla, soprattutto per quanto riguarda l’editoria di varia, la narrativa e la saggistica non professionale, è quella di non arrecare danno a chi scrive o a chi pubblica il libro, che comunque percepirà il guadagno della pubblicazione. Ma non è così.

La forza lavoro che si nasconde dietro la pubblicazione di un libro è infatti molto articolata. Il quadro risulta più complesso di quanto ci si immagini. Continua Auci:

Editor, correttori di bozze, distributori, librai…La pirateria affligge ognuna di queste figure professionali. Il libro piratato è tutte queste persone. Un semplice click toglie risorse e dignità a chi sta lavorandoBisogna restituire valore alla cultura e l’idea che questa abbia un costo e un peso”.

A conclusione dell’intervento la scrittrice propone una riflessione:

E’ importante valorizzare le biblioteche, pubbliche, di quartiere, cittadine. Spesso chi pirata un libro non ha la possibilità o voglia o stimolo di acquistare. Offrire loro soluzioni diverse e accessibili è un buon punto di partenza. Togliere terreno alla pirateria significa dare terreno alla cultura e dare valore a tutto quello che un libro racchiude: il lavoro, il sentimento, le emozioni. Tutto quello che rende un libro non solo un bene di consumo ma un qualcosa che nutre la nostra anima e la nostra spiritualità.

Scrittori e scrittrici dovrebbero poter vivere del proprio lavoro. Il fenomeno della pirateria avrà un impatto negativo anche sulla loro remunerazione: non di rado costringendoli a dedicarsi anche ad altre attività per potersi sostenere.
In definitiva, quando qualcuno fruisce illegalmente del titolo di uno scrittore che apprezza dovrebbe essere consapevole del fatto che sta influenzando negativamente la possibilità che quell’autore scriva e pubblichi nuove storie.