La piaga dilagante della disinformazione digitale

Come ogni medaglia, anche il mondo digitale ha due facce. Ad un lato positivo, che ha portato l’umanità ad una connessione globale senza precedenti, in grado di fornire immediate risposte a milioni di domande, corrisponde uno negativo: la minaccia cyber.

La minaccia cyber è un fenomeno dilagante, in continua espansione e soprattutto multiforme. Il risultato più immediato di questo fenomeno è l’aumento a macchia d’olio di fake news – ovvero notizie false, senza alcun fondamento, diffuse spesso per il mero gusto di attrarre click.

Fake news: tra misinformazione e disinformazione

Il mondo delle fake news è complesso. Possiamo attuare una prima distinzione dividendo la misinformation e la disinformation. Mentre la prima è una forma di disinformazione che si attua attraverso la presentazione di contenuti non veri, ma senza intenzione malevola, la seconda aggiunge la malevolenza nell’intento. Purtroppo, la disinformation è un fenomeno in ascesa e molto difficile da rallentare.

I meccanismi cognitivi dietro le fake news

Per comprendere meglio la difficoltà nel bloccare l’aumento delle fake news, nel 2015 il The Washington Post – spesso considerato uno dei migliori giornali del mondo – aprì una rubrica settimanale: “What was fake this week“, dedita a smascherare le notizie false più virali di settimana in settimana. La rubrica attuava operazioni di debunking, ossia di smascheramento di notizie false proposte sul web. Dopo 82 puntate, la columnist che se ne occupava decise però di chiuderla, asserendo che l’atteggiamento delle persone nei riguardi delle fake news non cambia: non importa se una notizia sia vera o meno, basta che sia funzionale al pensiero di chi l’ha letta.

Questo fenomeno si chiama confirmation bias, letteralmente: pregiudizi di conferma. Si tratta di un fenomeno cognitivo umano per il quale le persone tendono a muoversi entro un ambito delimitato dalle loro convinzioni acquisite. Quindi, di norma le persone tendono a privilegiare le informazioni che sostengono le proprie opinioni. Su internet, solitamente, le ricerche che le persone fanno non sono orientate verso il confronto con le proprie opinioni, ma verso un sostegno alla propria tesi. Questo porta alla creazione di una eco-chamber – una “camera dell’eco” – delimitata dai risultati di tutte le ricerche favorevoli.

Negli ultimi anni si è diffuso un neologismo, infodemia, utilizzato per identificare una massa incontrollata e smisurata di informazioni false, ambigue o controverse, ma in apparenza veritiere e verosimili.

Proprio riguardo al dilagare di questa piaga, sviluppatasi in concomitanza con la pandemia a seguito di distorte informazioni in ambito medico/scientifico, il prossimo passo per il mondo dei nativi digitali sarà quello di educare le persone a distinguere un’informazione veritiera da una falsa.