Da 11 anni la libertà di utilizzo di Internet nel mondo è in calo: nel corso del 2021 è diminuita in 30 dei 70 Paesi che hanno fornito i dati. Ad affermarlo è il report svolto da Freedom House – organizzazione no-profit internazionale con sede a Washington che annualmente si occupa di valutare il livello di libertà di utilizzo di Internet, attraverso il progetto Freedom on the Net.
Freedom House è riuscita a reperire dati solamente per 70 Paesi a livello globale: assenti quasi totalmente l’Africa e buona parte dell’Europa orientale, oltre a Svizzera, Spagna e Portogallo. La classifica è sviluppata basandosi su 21 diversi indicatori come gli ostacoli all’accesso alla rete, la violazione dei diritti degli utenti, i limiti nei contenuti pubblicabili e, dando un punteggio finale da 0 a 100, divide i Paesi in tre gruppi: quelli “liberi” (punteggio 70-100), i “parzialmente liberi” (40-69) e i “non liberi” (0-39).

A prima vista è chiara la spaccatura in stile Guerra fredda nell’emisfero Nord tra Occidente e Oriente. Infatti, secondo il report, i paesi occidentali di cui sono stati reperiti i dati sono quasi tutti appartenenti alla categoria dei “liberi”, mentre quelli orientali ai “non liberi”.
I peggiori punteggi sono documentati nei Paesi che hanno subito crisi elettorali e costituzionali: Myanmar, Bielorussia e Uganda. Nello specifico, il Myanmar riporta il più grande peggioramento nell’ultimo anno: 14 punti in questa classifica (17/100), dovuto all’imposizione del governo militare. Ultima in classifica rimane la Cina, che mantiene la stessa posizione per il settimo anno di fila, con 10 punti su 100 complessivi. La pandemia di Covid-19 rimane uno degli argomenti più censurati, così come avviene in Corea del Nord, in cui non è stato possibile reperire dati. Lo stesso discorso vale per l’Afghanistan, tra i Paesi più pericolosi del mondo dopo l’ascesa talebana.
Il miglioramento maggiore nell’ultimo anno lo ha guadagnato il Sudafrica, che guadagna 3 punti in classifica (73/100). Gli Stati Uniti, autoproclamata patria della libertà nel mondo, mantiene una tendenza in calo che va avanti da cinque anni, perdendo un ulteriore punto. I veri Paesi con utenza su Internet più libera sono rispettivamente Islanda (96/100), Estonia (94/100) e Costa Rica (87/100). Anche l’Italia si trova in buona posizione, con 76 punti su 100 – gli stessi dello scorso anno.

Infine, il report rivela che nell’80% dei Paesi analizzati sono stati eseguiti arresti per contenuti postati online; nel 41% la connessione Internet è stata interrotta per ragioni politiche; il 46% ha invece bloccato o ristretto l’accesso alle piattaforme social in concomitanza di proteste o elezioni.