Il presidente kazako Kassym-Jomart Tokayev, in un discorso alla nazione, ha autorizzato la violenza senza preavviso contro i manifestanti che stanno creando disordini in tutto il paese da diversi giorni.
Il Kazakhstan sta attraversando giorni molto difficili. In un intervento nella TV nazionale ha espressamente dichiarato che non vi sarà nessun negoziato con quelli che ha definito “terroristi orchestrati da forze esterne alla nazione”. Inoltre ha aggiunto che si sarebbe impegnato ad “eliminare i banditi armati” che hanno minato la sicurezza del paese.
Dalla Russia sono state inviate truppe militari per aiutare il governo kazako a ristabilire l’ordine nel paese e sono già state distribuite per le strade delle città più grandi. I militari e le forze dell’ordine hanno avuto un via libera sull’uso della violenza contro chiunque si dimostrasse restio all’abbandonare le proteste.
I dati sono ancora estremamente incerti ma si contano già più di 50 morti nella repressione delle proteste, centinaia di feriti e migliaia di arresti. Il governo kazako ha reso noto anche il dato dei poliziotti rimasti uccisi dai manifestanti: 18 agenti.
Nonostante la dura repressione e le misure drastiche, nella repubblica ex sovietica la tensione è altissima e le proteste non sembrano voler cessare. La folla inferocita ha preso d’assalto diversi edifici del governo oltre ad aeroporti e sedi televisive. La connessione ad internet è ancora bloccata per “ragioni di sicurezza”.
Mentre la Russia continua il dialogo con il governo kazako per imbastire un intervento mirato e comune, gli USA hanno avvertito Mosca che vigileranno sul rispetto dei diritti umani da parte dei soldati russi.