nazionale mondiali

Italia fuori dai mondiali, e ora? Analisi di un fallimento

La sconfitta della Nazionale italiana contro la Macedonia del Nord fa male, per la seconda volta di fila si assiste ai mondiali da spettatori, ma questa volta è ben diverso da quel novembre 2017. Si parla di futuro, i tifosi e i leoni da tastiera chiedono che saltino delle teste, ma il problema non è far saltare allenatore o presidente federale

La storia si ripete

“Zero to hero”, è il titolo di una celebre colonna sonora di un film Disney, in questo caso però è l’esatto opposto: da campioni d’Europa alla mancata qualificazione. Una storia che, parzialmente, si ripete: sono passati quasi 5 anni da quel novembre 2017, in cui l’Italia guidata da Gian Piero Ventura per la prima volta dopo 50 anni mancò la qualificazione ai mondiali.

Lì i problemi erano ben altri, erano tutti contro uno, il CT che aveva perso la fiducia da parte di tutti, compreso l’allora presidente federale Tavecchio che tanto aveva spinto per avere un nome “low cost” come quello di Ventura. Non c’era una squadra, non c’erano possibilità di entrare al mondiale di Russia 2018.

In questo caso il problema è stato un altro: la squadra c’era, il gruppo era compatto, ma mancavano idee e soprattutto qualità. Il presidente federale Gravina ha riposto nuovamente fiducia in Roberto Mancini, che però è sembrato perplesso e,  a occhio e croce, prossimo alle dimissioni.

Ma allora com’è che neanche stavolta si va ai mondiali?

La situazione è paradossale: un mix di sfortuna e di mancanza di qualità ha chiuso le porte dei mondiali in Qatar. Il problema è stato essenzialmente uno, quello di adagiarsi sugli allori. La vittoria agli europei è stato uno specchietto per le allodole, i problemi di questa Nazionale sono tanti e vanno risolti ripartendo da zero.

Diciamolo una volta per tutte: nessuno tocchi Mancini. Non dimentichiamo il miracolo di Wembley con il trionfo agli europei, è merito del tecnico jesino quello di aver creato una squadra che ha fatto miracoli la scorsa estate, che ha dimostrato bel gioco e ha saputo emozionare. Ma allora quali sono i problemi? Com’è che neanche stavolta si va ai mondiali?

Il problema principale è che mancano risorse di qualità. I club di Serie A investono poco nei giovani talenti italiani, ritengono la Nazionale una palla al piede, non c’è più la voglia di sfornare calciatori di talento che possano regalare emozioni e successi.

Il futuro dell’Italia calcistica

L’Italia riparta da Roberto Mancini, con il suo progetto, perché ha ricostruito la squadra dopo la debacle del 2017. Di sicuro il tecnico jesino rassegnerà le dimissioni, ma qui dovrà essere convincente il presidente federale Gravina e dovrà essere bravo a convincere Mancio a ritirarle.

Sul tavolo ci sono già dei nomi, a partire da quello suggerito da Sky Sport di Fabio Cannavaro (da solo o in tandem con Marcello Lippi). Altri nomi di alto profilo potrebbero essere quelli di Carlo Ancelotti, Antonio Conte (che tornerebbe in panchina dopo l’esperienza degli europei in Francia del 2016) o anche Claudio Ranieri.

L’unica possibile soluzione per cercare di risanare i problemi della Nazionale italiana è quella di riformare radicalmente il calcio italiano, fare in modo che possa raggiungere un livello più alto in termini di abilità dei calciatori e che, soprattutto, possa valorizzare quei giovani talenti che, troppo spesso, sono tenuti in panchina per fare spazio a pochi nomi altisonanti.