Dopo il Mondiale di 3 anni fa e la conseguente crescita del movimento era lecito aspettarsi di più dall’Italia. Così non è stato e le azzurre escono mestamente da Euro ’22 senza neanche una vittoria e con sole due reti all’attivo.
Ieri sera è arrivata una sconfitta contro il Belgio, squadra di sicuro valore ma ampiamente all’altezza dell’Italia.
Italia – Belgio: la sintesi del 1° tempo
Partenza difficile dell’Italia che, complice una disattenzione di Linari, regala subito una palla gol, ma Eurlings spara alto sopra la traversa.
Le azzurre crescono nel corso del primo tempo macinando gioco senza però riuscire a rendersi pericolose. Giugliano prova a rendersi pericolosa in un paio di occasioni ma senza intimorire troppo la retroguardia del Belgio.
L’occasione importante però arriva sui piedi di Bonansea, che esplode un diagonale di destro diretto all’angolino: Evrard si supera e devia in calcio d’angolo salvando il risultato.
Si chiude la 1° frazione sullo 0-0
Italia – Belgio: la sintesi del 2° tempo
L’Italia parte male come nella prima frazione, ma questa volta non viene graziata: De Caigny, sugli sviluppi di un calcio piazzato, insacca all’angolino con un sinistro che non lascia scampo a Giuliani.
La reazione delle azzurre non si fa attendere, ma Girelli, con tiro “alla Del Piero” colpisce la traversa dal limite dell’area. In realtà questa rimarrà l’unica grande occasione del secondo tempo, esclusa la conclusione di Giacinti che al 78° sfiora il palo.
Al triplice fischio il risultato è di 0-1 in favore del Belgio con l’Italia che viene eliminata da ‘Euro 22.
Il futuro della Nazionale ma anche di tutto il movimento
Questa cocente eliminazione rende ancor più chiaro il percorso che il movimento debba compiere per arrivare ad essere realmente competitivo. Il professionismo è sicuramente un inizio ma questo Europeo ha messo in luce due mancanze fondamentali rispetto alle altre nazionali: Differenza tecnica e divario fisico.
Soprattutto con la Francia il divario è stato disarmante: le calciatrici francesi erano fisicamente più pronte e tecnicamente più allenate. Negli altri paesi le squadre hanno staff preparati, una struttura dirigenziale strutturata ed il bacino di utenza è molto superiore a quello dell’Italia dove ancora oggi le praticanti sono poche migliaia di ragazze.
Emblematiche le parole della C.T. Bertolini, a cui fanno eco le dichiarazioni di Linari su quanto sia stato sbagliato l’approccio a questa competizione e su quanto adesso serva fare un passo in avanti da parte di tutto il calcio femminile italiano.
La delusione per i risultati di questo europeo deve portare il movimento calcistico italiano ad una riflessione importante. Per essere al pari nei prossimi anni bisognerà investire in collaboratori preparati, strutture di allenamento all’avanguardia e creare società organizzate.
Il professionismo deve essere un punto di partenza, non uno di arrivo, altrimenti non riusciremo mai ad essere veramente competitivi con il resto del mondo.