In Italia un top manager guadagna 649 volte lo stipendio di un operaio

Il mercato nel corso del tempo si è evoluto e le responsabilità aziendali dei manager sono mutate di conseguenza. Ma è giusto che nella stessa realtà lavorativa le differenze salariali siano così accentuate?

Negli ultimi 20 anni gli stipendi medi in Italia si sono progressivamente abbassati: Secondo l’Ocse l’Italia è l’unico Paese europeo che negli ultimi 30 anni ha registrato un dato in negativo dello stipendio annuale medio (- 2,9%).

A risentire di questo calo sicuramente non ritroviamo i top manager: Se nel 1980 il loro stipendio era 45 volte quello di un operaio nel 2008 il rapporto è passato a 416 volte e nel 2020 a 649.

“Nessun dirigente, neanche il più alto in grado, deve guadagnare più di dieci volte l’ammontare del salario minimo”.
Quello che Olivetti, autore di tali dichiarazioni, non poteva immaginare è che Sergio Marchionne, omologo di Valletta e numero uno della Fiat al quale Olivetti contestava l’ammontare dello stipendio, sarebbe arrivato a percepire come ultimo stipendio circa 9,7 milioni di euro: 437 volte quello di un metalmeccanico.

Dagli anni 60 l’esposizione internazionale delle imprese è aumentata a dismisura, ed in parte il dualismo prestazione-remunerazione ha giustificato le esorbitanti cifre guadagnate dai top manager.Ma è sempre così che sono andate le cose?

Alcuni casi di top manager pagati profumatamente nonostante fossero rimasti impantanati in situazioni finanziariamente disastrose hanno creato scalpore tra gli addetti:

Nel 2021 l’AD Luigi Gubitosi lascia Tim, e l’azienda, in perdita di 8,7 miliardi, gli riconosce una buonuscita da 6,9 milioni.

Mentre il predecessore di Gubitosi, Flavio Cattaneo, per appena un anno di gestione ricevette una liquidazione di 25 milioni di euro.

Infine l’AD di Unicredit Andrea Orcel, nonostante le perdite stimate della banca stimate fossero intorno ai 5,3 miliardi per le attività in Russia, ha ricevuto una remunerazione tra fisso e variabile di 7,5 milioni.

Lo studio dell’Economic Policy Institute ha sottolineato come dal 1978 al 2018 le remunerazioni dei Ceo siano cresciute del 940% e quelle dei manager del 339,2%, contro l’11,9% del salario del lavoratore medio. Una trend che ha evidenziato il gap tra i redditi del 10% della popolazione più ricca rispetto al restante 90%.

Emmanuel Macron, Presidente della Repubblica francese ha aspramente criticato l’astronomica cifra dello stipendio dell’AD di Stellantis. ”Bisogna darsi dei plafond ed avere una governance per la nostra Europa che renda le cose accettabili, altrimenti la società ad un certo punto esplode. La gente non può avere problemi di potere d’acquisto e vedere poi queste cifre. Siamo su numeri astronomici e senza inquadrarli in una forbice dobbiamo poter mettere un tetto, se lo facciamo a livello europeo può funzionare”